24 Aprile 2024

Transazioni finanziarie sospette in Vaticano: sospesi alti dirigenti

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Primi clamorosi provvedimenti nel nuovo caso delle presunte irregolarità finanziarie in Vaticano. Secondo quanto scrive l’Espresso, oggi il Corpo della Gendarmeria ha spedito una disposizione di servizio al personale interno dello Stato e alle Guardie Svizzere che controllano gli accessi, che segnala che 5 persone da stamane sono state “sospese cautelativamente dal servizio”.

Si tratta di due dirigenti apicali degli uffici della Segreteria, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, di un’addetta all’amministrazione, Caterina Sansone, e di due alti dirigenti vaticani: mons. Maurizio Carlino, da poche settimane capo dell’Ufficio informazione e Documentazione, e il direttore dell’Autorità di informazione finanziaria (Aif) Tommaso Di Ruzza. “I suddetti” si legge nella nota firmata dal comandante Domenico Giani “potranno accedere nello Stato esclusivamente per recarsi presso la Direzione Sanità ed Igiene per i servizi connessi, ovvero se autorizzati dalla magistratura vaticana. Monsignor Mauro Carlino continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae”.

L’indagine è solo agli inizi, ma risulta all’Espresso che le “operazioni finanziarie compiute nel tempo”, al centro delle indagini secondo il comunicato di ieri della Sala stampa vaticana, riguardano alcune compravendite immobiliari milionarie all’estero, in particolare immobili di pregio a Londra, e alcune “strane” società inglesi che avrebbero partecipato al business.

Per la cronaca, Tirabassi gestisce gli investimenti finanziari nella Segreteria di Stato, nell’Ufficio Amministrativo, posizione molto delicata occupandosi tra l’altro dell’Obolo di San Pietro, che ha visto il suo storico numero uno, monsignor Alberto Perlasca, traslocare lo scorso 26 luglio, quando papa Francesco l’ha nominato promotore di Giustizia al Tribunale della Segnatura Apostolica. Gli investigatori starebbero inoltre analizzando proprio alcuni flussi finanziari dei conti su cui transita appunto l’Obolo di San Pietro, l’insieme delle offerte di denaro fatte dai fedeli e inviate al Papa per essere redistribuite a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di carità.

Ma anche e soprattutto per il sostentamento dell’apparato vaticano. Nel 2015, i conti e gli investimenti da fondi provenienti dall’Obolo avevano raggiunto la somma record di quasi 400 milioni di euro. Ogni conto e spostamento di denaro adesso è stato messo sotto i raggi X, per vedere se alcune irregolarità ipotizzate nascondono qualcosa di più grave. Le denunce fatte dallo Ior e dal Revisore generale interesserebbero un arco temporale recente, quando gli uffici messi nel mirino della magistratura, quelli della Prima Sezione “Affari Generali” della Segreteria di Stato erano guidati da monsignor Angelo Becciu, ex sostituto diventato pochi mesi fa prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi e cardinale. Monsignor Carlino, appena sospeso da ogni funzione, è stato per anni il segretario personale del porporato.


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