28 Marzo 2024

Pedofilia, arrestato l'alto prelato Wesołowski per volere del Papa. "Abusò di minori"

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Józef Wesołowski (cerchiato) durante il Giubileo dei Nunzi Apostolici nel 2000
Józef Wesołowski (cerchiato) durante il Giubileo dei Nunzi Apostolici nel 2000. Al centro Papa Giovanni Paolo II

L’ex arcivescovo polacco Józef Wesołowski è stato arrestato dalla gendarmeria in Vativano per le accuse di abusi sessuali su minori. L’alto prelato, già condannato in passato dal tribunale dello stato papale, è stato posto ai domiciliari nei locali del collegio dei Penitenzieri all’interno delle mura leonine.

LA NOTA DEL VATICANO: “ARRESTATO PER VOLONTA’ DI PAPA FRANCESCO”

In una nota, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha spiegato che il fermo dell’ex nunzio è stato eseguito su  input del Pontefice.  Un caso inedito per la storia della Chiesa che ha deciso di giocare d’anticipo sulla “speculazione” subìta in questi anni.  La decisione, scrive padre Lombardi, è stata presa “su espressa volontà del Papa Francesco”. Il Promotore di Giustizia del Tribunale di prima istanza dello Stato della Città del Vaticano ha convocato l’ex nunzio Mons. Wesołowski , a carico del quale aveva avviato un’indagine penale.

Józef Wesołowski durante una delle sue missioni pastorali
Józef Wesołowski durante una delle sue missioni pastorali

UN FULMINE AL CIEL SERENO
La notizia dell’arresto, data in esclusiva dal Tg del La7 di Enrico Mentana, è stata un fulmine a ciel sereno per fedeli e opinione pubblica di tutto il mondo, che aspettava da papa Bergoglio segnali di discontinuità rispetto al passato. Un passato imbarazzante che molto probabilmente ha determinato le dimissioni del papa emerito Joseph Ratzinger. Con l’ordine di arresto, Francesco ha dato un’accelerazione senza precedenti nel “fare le pulizie in casa” e non dare alibi all’esterno che la Chiesa sia un conglomerato di “potere e pedofilia”.

LA CONDANNA DELLA CONGREGAZIONE
Il prelato, ha spiegato il portavoce della Santa Sede, era già condannato in prima istanza dalla Congregazione della Dottrina della Fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico, sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso a danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana”. Il monsignore polacco, infatti, aveva già avuto una condanna canonica di primo grado che lo ha visto ridotto allo stato laicale dall’ex Sant’Uffizio per abusi sessuali su minori. Ma che fino a ieri aveva soltanto limitato i movimenti costringendolo a stare a Roma. Con la possibilità di rimandare a dopo l’appello canonico la parte penale.

UN CASO SENZA PRECEDENTI. SONO ALTRI DUE I VESCOVI INDAGATI 
E’ la prima volta che il Vaticano arresta un altissimo prelato accusato di pedofilia (un caso simile ma per altro reato, è del maggiordomo di Ratzinger Paolo Gabriele posto agli arresti dopo aver sottratto documenti da Vaticano) .E lo fa nel proprio Stato, con il suo tribunale interno, per espressa volontà di Papa Francesco, visti i gravi fatti di abuso a danni di minori, avvenuti nella Repubblica Dominicana, ai tempi in cui Wesołowski esercitava la sua missione apostolica. Ma oltre al polacco, ci sono altri due vescovi indagati per pedofilia. Lo disse il papa di ritorno dalla Terra Santa nel maggio scorso.

FRANCESCO: “TOLLERANZA ZERO VERSO PRETI PEDOFILI”
[quote]”In questo momento – disse il sommo pontefice ai giornalisti al ritorno da Gerusalemme – ci sono tre vescovi sotto indagine, di uno, già condannato (Józef Wesołowski), di cui si sta studiando la pena. Non ci sono privilegi su questo tema dei minori. In Argentina dei privilegiati diciamo: questo è un figlio di papà. Ecco, su questo tema non ci saranno figli di papà. E’ un problema molto grave. Un sacerdote che compie un abuso, tradisce il corpo del Signore. Il prete deve portare il bambino o la bambina alla santità. E questo si fida di lui. Invece di portarlo alla santità, lui lo abusa. E’ gravissimo. E’ come fare una messa nera! Invece di portarlo alla santità lo porti a un problema che avrà per tutta la vita. La prossima settimana, il 6-7 giugno, ci sarà una messa con alcune persone abusate, a Santa Marta, e poi ci sarà una riunione, io con loro. Su questo si deve andare avanti con tolleranza zero”.[/quote]

Józef Wesołowski
Józef Wesołowski

LE ACCUSE DI PEDOFILIA
Il 2 settembre 2013 diverse emittenti televisive della Repubblica Dominicana hanno diffuso la notizia del coinvolgimento di Wesołowski in un caso di abuso su minori. Diversi testimoni hanno confermato. Il 4 settembre 2013 le autorità della Repubblica Dominicana hanno avviato un’inchiesta penale nei confronti di Wesołowski, che nel frattempo era stato richiamato a Roma.

La Santa Sede ha confermato le indagini su Wesołowski delle autorità dominicane su accuse di pedofilia abbastanza gravi da consigliare la sospensione del nunzio. Nel gennaio 2014 era stato reso noto che la Santa Sede aveva negato l’estradizione di Wesołowski in Polonia, dove sarebbe indagato per gli stessi reati. Estradizione che la Città del Vaticano non concede.  La decisione della restrizione nello “Stato Sovrano del Vaticano” sarebbe comunque una “strategia” per fermare “l’accanimento mediatico” contro la Chiesa sul tema della pedofilia. Anche un modo per porre fine alle pressioni della Repubblica dominicana che vorrebbe processare a Santo Domingo Wesołowski per il presunto grave reato contestato. “Noi abbiamo il nostro tribunale e lo processeremo noi”, fanno sapere i vescovi. Una mossa che mette al riparo e sotto tutela lo stesso prelato (malato) e, al tempo stesso un segnale chiaro ad altri “sospettati” di abusi sui minori: “Le regoli morali ed etiche su cui si fonda la nostra Fede deve essere rispettata”. Come dire, la legge è uguale per tutti, quindi nessuno si senta intoccabile! “Non esistono i figli di papà”, diceva il papa annunciando “”tolleranza zero” verso i preti pedofili.

Józef Wesołowski
Józef Wesołowski (Lapresse)

Nel giugno 2014, sempre Lombardi comunicò che Wesołowski era stato oggetto di un’indagine da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, che si è conclusa nel processo canonico di primo grado con la sua dimissione dallo stato clericale. La Santa Sede aveva comunicato che era pronta ad adottare nei confronti dell’ex nunzio i provvedimenti adeguati alla gravità del caso. Infatti, oggi l’arresto ai domiciliari che padre Lombardi motiva per le “precarie condizioni di salute, comprovate da documentazione medica”.

CHI E’ JÓZEF WESOŁOWSKI
Nato a Nowy Targ, nella piccola Polonia sessantasei anni fa, (15 luglio 1948) Józef Wesołowski, appartenente al clero dell’arcidiocesi di Cracovia, era stato ordinato sacerdote nel 1972 dall’allora arcivescovo della città del “Wawel”, Karol Wojtyła. Molto presto Józef entra nel servizio diplomatico della Santa Sede. I primi ruoli sono in diversi Paesi tra Africa, America Latina, Asia e Europa. Diventa vescovo il giorno dell’Epifania del 2000, anno del Giubileo, grazie alla consacrazione (nella Basilica di San Pietro) ancora una volta per volontà di Wojtyla, all’epoca Papa Giovanni Paolo II. «Siate costantemente memori di quest giorno – disse quel giorno Karol Wojtyła –  La luce di Cristo brilli sempre nei vostri cuori e nel vostro ministero pastorale».

Józef Wesołowski (foto Epa/Barria)
Józef Wesołowski (foto Epa/Barria)

DALLA DIPLOMAZIA DI JÓZEF  ALLA SUA “PERICOLOSITA’ SOCIALE”
Le doti diplomatiche di Józef Wesołowski, e forse anche la familiarità (e “fraterna amicizia”) con il Papa polacco, lo portano a ricoprire l’incarico di Nunzio in vari Stati. Nel ’99 in Bolivia poi in alcuni Paesi dell’Asia centrale (Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan). Fino al 2008, (quando lo scandalo dei preti pedofili era di dominio pubblico…) quando arriva nella Repubblica dominicana.

Ed è a Santo Domingo che cominciano i suoi guai giudiziari. Accusato di adescare minori sulle spiagge dell’isola caraibica, era sotto osservazione da parte della magistratura dominicana. Ma quando l’inchiesta viene formalmente avviata, nel settembre del 2013, Wesołowski è già in Vaticano. Era stato richiamato ad agosto per volere di Papa Francesco, dopo le gravi notizie che erano trapelate sul suo conto.

Le accuse del Paese latinoamericano risultano presto fondate e parte il processo canonico. Prima tappa è la riduzione, a giugno di quest’anno, allo stato laicale. La Santa Sede vuole andare fino in fondo ma l’ex monsignore ha diritto di fare appello. La gravità dei fatti (da cui emergerebbero particolari raccapriccianti) che gli vengono addebitati ha spinto il Vaticano ad accelerare sull’arresto.


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