20 Aprile 2024

Addio a Luca Ronconi, un grande regista e maestro di vita

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Il regista Luca Ronconi
Il regista Luca Ronconi

Addio a Luca Ronconi. Il regista è morto sabato sera al Policlinico di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni. Nato l’8 marzo 1933 avrebbe compiuto fra pochi giorni 82 anni. Il mondo del teatro perde uno dei suoi più grandi protagonisti contemporanei.

Dal Piccolo teatro di Milano fanno sapere che domani, con le persone che gli sono più vicine, saranno concordati i modi più giusti per onorarlo. Luca Ronconi da tempo aveva problemi di salute e da alcuni giorni era in ospedale per complicazioni probabilmente legate al virus influenzale.

Cordoglio per la scomparsa di Ronconi arrivano da tutte le parti del mondo. Il Teatto alla Scala di Milano domani esporrà la bandiera a mezz’asta e un po’ in tutto il paese, nei luoghi calcati dal grande regista, vi saranno omaggi per ricordarlo.

“Sono qua in ospedale, stasera non me la sento proprio di fare dichiarazioni, trentaquattro anni di lavoro insieme, ora c’è da affrontare la morte, poi si vedrà”. Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano, è profondamente sconvolto dalla morte dell’amico e regista. Troppo presto, dice, anche per parlare di funerali e manifestazioni. “Di sicuro gli attori domani all’inizio della recita lo ricorderanno – anticipa – poi vedremo. È ovvio che il Piccolo era la sua casa e farà tutto quello che è possibile fare. Ma c’è da rispettare lui, le sue volontà di uomo sempre riservato. Decideremo insieme alle persone a lui care”.

“È un triste giorno per il teatro italiano – ha commentato il ministro dei Beni Culturali Franceschini – la scomparsa di Luca Ronconi ci priva di un artista riconosciuto in tutto il mondo, che ha saputo portare sulla scena, con fantasia e rigore, i grandi classici teatrali, della lirica e della letteratura italiana.

Con lui – conclude Franceschini – se ne va un intellettuale lucido, che ha saputo interpretare al meglio il proprio talento e non ha mai smesso di sperimentare ed innovare. Il teatro perde oggi un suo grande protagonista”.

Direttore del Teatro stabile di Torino (1988-93), del Teatro stabile di Roma (1994-98) nonché direttore artistico per oltre un decennio del Piccolo Teatro di Milano, Luca Ronconi ha firmato nella sua lunga carriere regie teatrali e liriche sempre nel segno dell’innovazione.

Dopo il diploma nel 1953 all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, negli anni Cinquanta è stato attore. Ha esordito come regista con La buona moglie di Goldoni (1963), cui seguirono I lunatici di Th. Middleton (1966), Misura per misura e Riccardo III di Shakespeare, Il candelaio di Bruno, Fedra di Seneca, e il fortunato Orlando furioso (1968; ed. telev. 1975), esempio di sintesi fra avanguardia e tradizione.

Segno distintivo del suo stile, l’essenzialità della recitazione tesa fra l’astrazione e lo straniamento. Tra i suoi lavori più celebri l’Orestea di Eschilo (1972), Il pappagallo verde di Schnitzler (1978), Ignorabimus di Holz (1986), Mirra di Alfieri (1988), Strano interludio di O’Neill (1989).

Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus (1990), Re Lear (1994). Dal 1975 (Valchiria di Wagner) è stato anche regista lirico (Orfeo e Euridice di Gluck, Fetonte di Jommelli, Lo zar Saltan di Rimskij-Korsakov; Viaggio a Reims di Rossini; L’Europa riconosciuta di Salieri; Falstaff di Verdi; Turandot di Puccini).

Nel 1977 ha avviato il Laboratorio sperimentale di Prato. Dopo le esperienze di Torino e di Roma, assunta la direzione artistica del Piccolo Teatro di Milano, ha messo in scena, tra l’altro, La vita è sogno (2000), allestimento del dramma di C. de la Barca, e Peccato che fosse puttana (2003) di J. Ford. In occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 ha ideato e diretto, in collab. con W.

Le Moli, il Progetto Domani, composto di cinque spettacoli che, attraverso il teatro, hanno esplorato temi universali della storia, della politica e della guerra (Troilo e Cressida; Trilogia della guerra; Lo specchio del diavolo; Il silenzio dei comunisti; Biblioetica).

Del 2007 è invece il Progetto ‘Odissea doppio ritorno’, dittico comprendente Itaca di B. Strauss e L’antro delle ninfe da Omero a Porfirio, mentre negli anni successivi ha firmato le regie di La compagnia degli uomini (2010) di E. Bond, La modestia (2011) di R. Spregelburd, Sei personaggi in cerca d’autore (2012) di L. Pirandello, Pornografia di W. Gombrowicz (2013), Danza macabra di A. Strindberg (2014), queste ultime quattro rappresentate al Festival dei Due Mondi di Spoleto.


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