28 Marzo 2024

Morto suicida l'ex giudice Giancarlo Giusti. Condannato per mafia, si dichiarò innocente

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Giancarlo Giusti, ex giudice morto suicida
Giancarlo Giusti, ex giudice morto suicida

L’ex gip del Tribunale di Palmi, Giancarlo Giusti, agli arresti domiciliari dopo essere stato coinvolto in due inchieste delle Dda di Milano e Catanzaro su suoi presunti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, si è impiccato nella sua abitazione di Montepaone, un piccolo borgo nel catanzarese dove viveva da alcuni mesi.

Giancarlo Giusti, aveva 48 ann e viveva da solo da quando si era separato dalla moglie. Il corpo senza vita è stato trovato da un parente. Sul posto si sono recati il pm di turno della Procura della Repubblica di Catanzaro ed i carabinieri del Comando provinciale. Giusti era stato coinvolto nelle inchieste anti ‘ndrangheta delle Dda di Milano e Catanzaro contro i clan Valle-Lampada e della cosca Bellocco.

I guai giudiziari di Giancarlo Giusti cominciarono a novembre del 2011, quando la Dda di Milano portò alla luce una presunta rete criminale tra politici, ‘ndranghetisti e apparati dello Stato.

Il gip di Milano Giuseppe Gennari nell’ambito dell’inchiesta “Infinito”, condotta dal pm Ilda Boccassini, firmò l’ordinanza di custodia cautelate per decine di esponenti legati alla cosche Valle-Lampada.

Oltre ai presunti boss, in manette finirono, fra gli altri, Giuseppe Vincenzo Giglio, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e il consigliere regionale del Pdl Francesco Morelli. Una inchiesta imponente che da Milano a Reggio Calabria, sfiorò anche il Campidoglio guidato all’epoca da Gianni Alemanno.

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L’ex togato Giancarlo Giusti, in questa operazione venne dapprima indagato per poi essere arrestato nel marzo 2012. Dopo l’arresto, venne sospeso dal Consiglio superiore della magistratura. A settembre dello stesso anno venne condannato con sentenza di primo grado a quasi quattro anni di reclusione per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. Sentenza confermata in Appello e resa poi definitiva in Cassazione.

ex Giudice Giancarlo GiustiNel carcere milanese di Opera, l’ex giudice tentò il suicidio ma venne salvato in extremis dalla polizia penitenziaria. Dopo il tentato suicidio venne accolta la richiesta dei legali per i domiciliari per le sue precarie condizioni di salute. Passa poco tempo, però, che l’uomo viene arrestato di nuovo. Questa volta nell’ambito dell’operazione “Abbraccio” contro la cosca Bellocco scattata la mattina del 14 febbraio 2014 su disposizione della Dda di Catanzaro diretta da Vincenzo Antonio Lombardo.

Nei provvedimenti restrittivi notificati a Giancarlo Giusti e ad altre sei persone vennero contestati, a vario titolo, i reati di corruzione in atti giudiziari aggravata dall’aver favorito una cosca di ‘ndrangheta e il concorso esterno in associazione mafiosa.

Accuse pesantissime davanti alle quali l’ex gip non ha retto e si è tolto la vita per il “troppo disonore”, come ha affermato lui stesso nell’intervista in video quando spiegò il tentato suicidio nel carcere milanese.


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