19 Aprile 2024

Compravendita, Berlusconi e Lavitola condannati a 3 anni. Cinque anni di interdizione

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Compravendita, Berlusconi e Lavitola condannati a 3 anni
Berlusconi e De Gregorio

Sarebbe stato l’ex premier Silvio Berlusconi, tramite la compravendita di senatori, a far cadere il governo Prodi il 24 gennaio 2008. Per questa ragione, nel processo di primo grado, i giudici del Tribunale di Napoli lo hanno condannato a tre anni di reclusione nel processo che lo vede imputato per corruzione accogliendo le tesi dell’accusa sulla compravendita. Stessa pena per il faccendiere ed ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. A entrambi, il collegio giudicante, ha disposto come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

La richiesta della pubblica accusa, formulata il 24 giugno scorso, era di 5 anni di reclusione per Berlusconi mentre per Lavitola 4 anni e 4 mesi.

I pm hanno sostenuto nella loro requisitoria, che l’allora leader dell’opposizione, conscio delle difficoltà del premier Prodi, mise in atto il piano della presunta compravendita di senatori per far cadere Romano Prodi nel 2008.

Secondo l’accusa – sostenuta dai pubblici ministeri Piscitelli, Woodcock e Vanorio – Berlusconi sarebbe riuscito a corrompere il senatore Sergio De Gregorio (ex Idv passato nel centrodestra), a cui tramite Lavitola, avrebbe pagato tre milioni di euro, di cui “due in nero” tra il 2006 e il 2008 per la presunta campagna acquisti a palazzo Madama finalizzata a far cadere il governo al Senato, in cui lo stesso ex premier bolognese vantava una maggioranza risicatissima. L’obiettivo di Berlusconi, secondo l’accusa, era sfruttare la debolezza numerica in quel ramo del parlamento, sfiduciare Prodi per poi scalare il vertice di palazzo Chigi, cosa che avvenne nelle elezioni politiche di quell’anno.

Quella sulla compravendita è una sentenza che sembra mettere del tutto fuori gioco l’ex premier e leader di Forza Italia – a meno che non intervenga a novembre la prescrizione – che aveva appena finito quasi un anno di Servizi sociali per la condanna nel processo Mediaset. Una condanna che si somma ad altre grane giudiziarie in corso.

da sinistra De Gregorio, Berlusconi e Lavitola
da sinistra De Gregorio, Berlusconi e Lavitola

LE REAZIONI

BERLUSCONI: “PERSECUZIONE CONTINUA”
“Prendo atto – afferma Silvio Berluscoi a caldo – di una assurda sentenza politica al termine di un processo solo politico costruito su un teorema accusatorio risibile. Resto sereno, certo di aver sempre agito nell’interesse del mio Paese e nel pieno rispetto delle regole e delle leggi, così come continuerò a fare”. Questa è per il leader di Fi una “persecuzione giudiziaria” finalizzata a ledere la sua “immagine di protagonista della politica”.

GHEDINI: “SENTENZA INGIUSTIFICATA”
“E’ una sentenza che riteniamo clamorosamente ingiusta e ingiustificata”, ha invece detto l’avv. Niccolò Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi, sottolineando che il processo si prescriverà il 6 novembre. Nonostante la “prescrizione” Ghedini ha espresso “l’auspicio che la Corte di Appello assolva Berlusconi nel merito”.

PROCURATORE COLANGELO: “NON COMMENTO, MA SENTENZA E’ FILO ACCUSATORIA”
“Non commento le sentenze. Prendo atto delle sentenze. Prendo atto che questa sentenza ha condiviso la tesi accusatoria”: lo ha detto il Procuratore di Napoli, Giovanni Colangelo, interpellato dall’Ansa sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola.

PRODI: “SE AVESSI SAPUTO, SAREI ANCORA PREMIER”
E sempre all’Ansa l’ex premier romano Prodi afferma: “Non mi sono costituito parte civile perché ritengo che sia stata lesa la democrazia e non la mia persona. C’erano delle voci, ma, come dissi al giudice, non ne sapevo nulla. Se lo avessi saputo sarei ancora presidente del Consiglio”.


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