16 Aprile 2024

Brescia, i killer di Frank confessano. “Vendeva più di noi”

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Adnan Muhammad e Singh Sardjit presunti killer dei coniugi di Brescia Seramondi
Adnan Muhammad e Singh Sardjit presunti killer dei coniugi di Brescia Seramondi

Sarebbero i diretti concorrenti di “Frank”, i presunti esecutori materiali del duplice omicidio di Brescia avvenuto martedì mattina 11 agosto all’interno della pizzeria “da Frank” dove sono stati uccisi i coniugi Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari, titolari del locale. Si tratta di due stranieri asiatici, un indiano e il pakistano Muhammad Adnan che avevano una pizzeria nello stesso piazzale. I due presunti assassini avrebbero confessato: “Si, siamo stati noi. Guadagnavano troppo. I clienti tutti da loro”, e così hanno eliminato la concorrenza.

I due uomini sono stati arrestati nel pomeriggio di domenica a Casazza, nel Bergamasco e poi portati in Questura a Brescia dove sono stati sottoposti a interrogatorio da parte del magistrato Valeria Bolici che ne ha ordinato l’arresto, con l’accusa di essere gli autori del duplice omicidio.

Gli agenti della Squadra mobile di Brescia hanno anche recuperato l’arma che ritengono sia stata utilizzata dai due killer. Un fucile a canne mozze, lo stesso che gli investigatori avevano visto nel video di sorveglianza imbracciato da uno dei killer, entrambi col casco integrale, e con cui sono stati ammazzati la signora Ferrari e il signor Seramondi.

I due presunti assassini, come è emerso, concorrenti dei locali di Seramondi, avevano teso alla coppia un agguato nel locale. Un missione di morte durata una manciata di minuti per poi fuggire in moto.

Quando si è appreso che c’era un video che li aveva ritratti (seppure parzialmente) durante l’esecuzione, per i killer è scattato il conto alla rovescia.

Il movente, secondo quanto hanno ricostruito dagli inquirenti, era la concorrenza e i molti dissidi che si trascinavano nel tempo tra i gestori dei due locali.

Da quanto riferito, Francesco Seramondi aveva ceduto la prima pizzeria da asporto “Dolce e Salato”, poi fallita qualche mese dopo il passaggio di quote. Le due attività erano nello stesso piazzale, una davanti all’altra.

Proprio la rivalità sul mercato, oltre ad accordi economici non rispettati, rappresenterebbero il movente della morte dei coniugi Seramondi. Pare che gli assassini dovessero ancora del denaro alle vittime, ma non erano più in condizioni di pagare.

Tra Seramondi e i suoi killer i rapporti iniziarono ad incrinarsi nel 2010 quando un’ordinanza del Comune di Brescia obbligava la proprietà del Dolce e Salato a chiudere alle 22, per motivi di ordine pubblico, mentre la pizzeria da Frank poteva rimanere aperta tutta la notte.

I due presunti assassini, “sbarazzando”, la concorrenza avrebbero potuto esseri i soli a sfornare pizze e focacce attirando i clienti rimasti orfani di “Frank”, quindi realizzando maggiori profitti nel loro locale.


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