20 Aprile 2024

Omicidio a Crotone, fermato un nigeriano in Svizzera

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Clement Ebuh presunto killer di Pietro Scida
Clement Ebuh, presunto killer di Pietro Scida

Si è fatta luce sull’omicidio di Pietro Scida a Crotone. È stato individuato e fermato dalla polizia di Stato in Svizzera il nigeriano Clement Ebuh, di 22 anni, ritenuto l’autore dell’omicidio dell’uomo, ucciso a coltellate nei giorni scorsi a Crotone.

Ebuh è stato identificato attraverso alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza mentre tentava di gettare nella spazzatura un sacco di pastica. Nel corso delle indagini è emerso che a giugno scorso la vittima aveva avuto un litigio con il nigeriano il quale aveva cercato insistentemente di entrare in casa di Scida, con il quale aveva una frequentazione.

Pietro Scida era stato trovato senza vita nella sua abitazione la scorsa settimana. Sul suo corpo sono state rinvenute ferite al collo compatibili con delle coltellate e il volto coperto da un torcione da cucina. L’uomo, da tempo a Milano, era tornato a Crotone da circa un anno. Non è ancora chiaro il movente del delitto.

Nel corso delle indagini è emerso che a giugno scorso la vittima aveva avuto un litigio con il nigeriano il quale aveva cercato insistentemente di entrare in casa di Scida, con il quale aveva una frequentazione.

Pietro Scida è stato ucciso con due coltellate al collo. Per il delitto è stato usato un coltello da cucina con manico nero e lama di circa 15 cm, che è stato lasciato infilato nella gola della vittima. Dopo l’omicidio la parte superiore del corpo, che giaceva su una copiosa quantità di sangue, è stata coperta da più asciugamani e da una tovaglia da tavola. Clement Ebuh è stato ripreso mentre cercava di disfarsi di una busta di plastica in un cassonetto dell’immondizia.

Seguendo i filmati delle telecamere gli agenti della squadra mobile di Crotone sono riusciti ad acquisire i dettagli anatomici, nonché individuare con certezza gli indumenti indossati dall’extracomunitario che riusciva a far perdere le sue tracce. Durante le indagini i poliziotti hanno seguito il nigeriano anche attraverso le tracce telefoniche. Nelle scorse ore il telefono di Ebuh è stato rintracciato proprio al confine con la Svizzera.

I poliziotti hanno presentato in Procura un’informativa ed il pubblico ministero di turno ha emesso un provvedimento di fermo. Sono stati poi avviati accertamenti con il Servizio centrale operativo, il Servizio di Polizia scientifica ed la Divisione Sirene del Servizio per Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma, finalizzati a rintracciare il nigeriano, oltre che con la Squadra Mobile della Questura di Como, la quale riusciva a verificare che, effettivamente, il ricercato aveva chiesto asilo presso una struttura di Chiasso. Le ricerche si sono poi concluse con il fermo di Clemente Ebuh.

Secondo quanto è emerso dalle indagini della squadra mobile di Crotone, il presunto assassino di Pietro Scida sarebbe richiedente protezione internazionale. Alla commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, secondo quanto riferito dagli investigatori nel corso di una conferenza stampa, il nigeriano aveva detto di essere omosessuale e di aver avuto problemi in patria per il suo orientamento sessuale.

Il sostituto procuratore di Crotone Francesco Carluccio, nel corso della conferenza stampa, ha evidenziato che “l’aspetto relativo alla richiesta di asilo è ancora in fase di approfondimento”. All’incontro con i giornalisti c’erano anche il questore vicario di Crotone, Roberto Pellicone, il capo della squadra mobile Giovanni Cuciti ed il vice Massimiliano Migliaccio.

Durante le indagini i poliziotti hanno accertato che Ebuh, la mattina dell’11 agosto, ossia quella successiva all’omicidio, si era recato presso una cooperativa sociale a Isola di Capo Rizzuto, presso la quale era titolare di un alloggio in quanto richiedente protezione internazionale, per cambiarsi gli abiti ed allontanarsi senza farvi più ritorno.

La perquisizione compiuta dai poliziotti nel posto letto di Ebuh ha permesso di recuperare, nascosti tra il materasso e la rete del letto, la maglietta ed i bermuda indossati la sera dell’omicidio. Peraltro, l’analisi dei tabulati telefonici ha consentito di verificare come, proprio la sera del delitto, c’era stato un contatto telefonico tra la vittima ed il nigeriano fermato.


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