E’ morto all’alba di venerdi, in Vaticano, l’ex Nunzio Apostolico della Repubblica Dominicana, Józef Wesołowski, 67 anni, l’ex alto prelato polacco accusato di aver commesso abusi sessuali su minori e per questo arrestato per volere di Papa Francesco il 24 settembre dello scorso anno. Era malato da tempo.
L’ex presule, già ridotto allo stato laicale dalle autorità della Santa Sede, era sotto processo in Vaticano per atti di pedofilia commessi a Santo Domingo e sarebbe stato in possesso di materiale pedopornografico.
La notizia della morte è stata confermata dal Vaticano. “Alle prime ore di questa mattina – si legge in un comunicato della sala stampa vaticana – è stato trovato defunto nella sua abitazione in Vaticano S.E. Mons. Jozef Wesolowski, già Nunzio Apostolico.
“Subito intervenuta l’autorità vaticana – prosegue la nota – per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali. Il Promotore di Giustizia ha ordinato un’autopsia, che sarà effettuata oggi stesso e i cui risultati saranno comunicati appena possibile. Il Santo Padre è stato doverosamente informato di tutto”, chiude la nota della Santa Sede.
LE ACCUSE DI PEDOFILIA
Il 2 settembre 2013 diverse emittenti televisive della Repubblica Dominicana avevano diffuso la notizia del coinvolgimento di Wesołowski in un caso di abuso su minori. Diversi testimoni avevano confermato. Il 4 settembre 2013 le autorità della Repubblica Dominicana hanno avviato un’inchiesta penale nei confronti di Wesołowski, che nel frattempo era stato richiamato a Roma.
La Santa Sede confermò le indagini delle autorità dominicane su Wesołowski in merito alle accuse di pedofilia. Accuse abbastanza gravi da consigliare la sospensione del Nunzio Apostolico. Nel gennaio 2014 era stato reso noto che la Santa Sede aveva negato l’estradizione di Wesołowski in Polonia, dove sarebbe indagato per gli stessi reati.
Estradizione che la Città del Vaticano non concesse.
La decisione della restrizione nello “Stato Sovrano del Vaticano” sarebbe comunque stata una “strategia” per fermare “l’accanimento mediatico” contro la Chiesa sul tema della pedofilia.
Anche un modo per porre fine alle pressioni della Repubblica dominicana che vorrebbe processare a Santo Domingo Wesołowski per il presunto grave reato contestato. “Noi abbiamo il nostro tribunale e lo processeremo noi”, fanno sapere i vescovi.
Una mossa che mise al riparo e sotto tutela lo stesso presule (malato) e, al tempo stesso un segnale chiaro ad altri “sospettati” di abusi sui minori: “Le regoli morali ed etiche su cui si fonda la nostra Fede deve essere rispettata”. Come dire, la legge è uguale per tutti, quindi nessuno si senta intoccabile! “Non esistono i figli di papà”, diceva il papa annunciando “”tolleranza zero” verso i preti pedofili.
CHI ERA JÓZEF WESOŁOWSKI
Nato a Nowy Targ, nella piccola Polonia sessantasette anni fa, (15 luglio 1948) Józef Wesołowski, apparteneva al clero dell’arcidiocesi di Cracovia. Era stato ordinato sacerdote nel 1972 dall’allora Arcivescovo della città del “Wawel”, Karol Wojtyła che sei anni più tardi diventò il Sommo Pontefice.
Molto presto Józef entra nel servizio diplomatico della Santa Sede. I primi ruoli sono in diversi Paesi tra Africa, America Latina, Asia e Europa. Diventa vescovo il giorno dell’Epifania del 2000, anno del Giubileo, grazie alla consacrazione (nella Basilica di San Pietro) ancora una volta per volontà di Wojtyla, all’epoca Papa Giovanni Paolo II. “Siate costantemente memori di quest giorno – disse quel giorno Karol Wojtyła – La luce di Cristo brilli sempre nei vostri cuori e nel vostro ministero pastorale”.