28 Marzo 2024

Duplice omicidio Palagonia, il Gip convalida l'arresto dell'ivoriano

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Omicidio di Palagonia, Catania. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra il presunto autore del duplice omicidio. Un profugo della Costa D'Avorio
Omicidio di Palagonia. Da sinistra la prima vittima Vincenzo Solano e a destra Mamadou Kamara, presunto autore del duplice omicidio.

E’ stato convalidato l’arresto di Mamadou Kamara, l’ivoriano di 18 anni accusato di avere ucciso per rapina, nella loro villa di Palagonia, il 30 agosto scorso i coniugi, Vincenzo Solano, di 68 anni, e la moglie, Mercedes Ibanez, di 70. Lo ha deciso il Gip di Caltagirone accogliendo la richiesta della Procura.

Il giovane era stato fermato dalla Polizia di Stato lo stesso giorno dell’omicidio. Il Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che venerdì mattina alle 10 terrà una conferenza stampa nell’aula magna del Palazzo di Giustizia, sottolinea che “il Gip ha confermato l’impianto dell’accusa” e ribadisce che “l’inchiesta continua”.

Sul fronte delle indagini c’è stato un nuovo sopralluogo della Polizia Scientifica nella villa della famiglia Solano. Intanto investigatori della Squadra mobile della Questura e del commissariato della Polizia di Stato di Caltagirone stanno visionando le immagini di numerose telecamere di sorveglianza sequestrate a Palagonia.

Ci sarebbero dei frame in cui si vedrebbe Kamara da solo, senza complici. Intanto, la polizia postale di Catania continua a esaminare il cellulare in uso all’indagato alla ricerca di elementi utili alle indagini.

Gli inquirenti sono risaliti per caso a Mamadou Kamara, un profugo ivoriano ospite del centro Cara di Mineo. In una serie di controlli di routine nel Cara, il giovane è stato perquisito e nel suo borsone gli agenti hanno trovato dispositivi tecnologici, tra cui un laptop, una fotocamera e un telefono cellulare. Dinnanzi “all’imbarazzo” del profugo che non ha saputo fornire spiegazioni, gli investigatori si sono insospettiti e hanno cominciato a indagare per capirne di più.

Hanno così cominciato a fare qualche telefonata, tra cui una delle figlie dei Solano, che ha confermato che quel telefono era in uso al papà e fornendo loro l’indirizzo ove recapitare gli stumenti evidentemente rubati. Le forze dell’Ordine si sono subito recati nell’abitazione dei coniugi Solano per restituire il mal tolto, ma una volta entrati dal cancello hanno fatto la macabra scoperta: entrando a villa Solano hanno trovato il corpo senza vita di Mercedes Ibanez spiaccicato a terra; salendo al piano superiore i poliziotti hanno rinvenuto il corpo di Vincenzo Solano in una possa di sangue con un profondo taglio alla gola: l’uomo, diranno i primi soccorritori, è stato sgozzato.

Il presunto assassino in un primo momento era stato accusato di ricettazione, ma col passare delle ore la sua posizione si è aggravata. Tutti gli indizi del duplice omicidio portavano a lui. Sui vestiti sono state rinvenute tracce di sangue, probabilmente appartenenti all’uomo. Quella sera l’ivoriano si sarebbe introdotto a villa Solano con lo scopo di fare una rapina, ma alla reazione della coppia li avrebbe massacrati. A lui avrebbe tagliato la gola con un grosso coltello, alla donna una sorte crudele. Secondo quanto emerso dall’autopsia, l’avrebbe prima violentata e poi lanciata dal secondo piano per poi tornarsene come se nulla fosse al Cara di Mineo.

Qualche giorno dopo la figlia della coppia, Rosita Solano, si era sfogata contro le istituzioni: “E’ anche colpa dello Stato se ai migranti vengono qui a rapinare e a uccidere. Renzi venga qui a spiegare”. Il leader della Lega in risposta alla donna ha invece detto che “E’ solo colpa dello Stato”, levando la congiunzione “anche”. Ne è nata una polemica politica col Pd che ha accusato il segretario del Carroccio di strumentalizzare sui morti: “Salvini è disumano”.

Solo ieri sono stati celebrati i funerali  a Palagonia. Migliaia di persone hanno preso parte al rito funebre in un clima di grande commozione. Un brutale duplice delitto che ha scosso tutta l’Italia.


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