Hamil Mehdi pregava tra i tappeti e sognava la guerra dell’Isis

Carlomagno

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Hamil Mehdi
L’arresto di Hamil Mehdi

Emergono particolari inquietanti nell’inchiesta antiterrorismo che ha portato all’arresto del giovane marocchino, Hamil Mehdi, il presunto foreign fighter di Daesh arrestato ieri a Luzzi, in provincia di Cosenza, perché dopo 7 mesi di indagini è stato ritenuto un fanatico dell’Isis pronto a “sposare la causa” del califfato. L’uomo, che ha tentato di andare in Turchia era stato respinto per motivi di sicurezza pubblica.

Secondo le risultanze investigative della Polizia di Stato di Cosenza, che diffonde altri video (di cui alcuni trovati dalla polizia nel computer dell’aspirante jihadista), le giornate e la vita di Hamil Mehdi, sono costituite dalla consultazione sistematica e ripetuta in modo ossessivo di video di auto addestramento e che riproducono scenari di guerra nelle zone controllate dal  “Daesh” (ISIS – ISIL).

Anche lunedì, subito dopo l’arresto, appena giunto presso la Questura di Cosenza,  il giovane compiva un gesto simbolico chiedendo  un posto dove potersi lavare le mani e di poter pregare.

VIDEO

I connotati salienti della personalità di Hamil Mehdi, spiegano gli investigatori, si rilevano anche dallo stringata dotazione al seguto per il viaggio che secondo le sue intenzioni doveva essere senza ritorno, erano un tappetino per la preghiera, (Musallah) il pantalone di una mimetica militare da combattimento ed una rivista dei fratelli musulmani contenente i comportamenti da tenere da un buon musulmano, secondo il Corano.

Nei filmati che ossessivamente giornalmente visionava il presunto foreign fighter, si susseguono scene di auto addestramento sui quali campeggia l’immancabile bandiera nera del califfato, nonchè decapitazioni, omicidi di massa con successive sepolture in fosse comuni attraverso l’impiego di una ruspa.

Particolarmente significative le immagini inerenti i preparativi del martirio di tale Abu Salem Addarawi il quale, comunica che il destino dei fratelli musulmani è quello della lotta armata e poi,  con espressione particolarmente efficace, si fa collegare da un fratello i fili di una cintura esplosiva  e, quando una voce fuori campo gli chiede se non gli faccia paura l’esplosivo, risponde che la cosa importante è quella di uccidere i nemici di Allah; mentre in una scena successiva lo stesso riferisce che:  “Sta legando le chiavi del paradiso con le sue mani”.