19 Aprile 2024

Assalti ai caveau. 23 arresti in Sardegna. “Vicesindaco il capo”

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CAGLIARI – Un’organizzazione paramilitare specializzata negli assalti ai furgoni portavalori e caveau che aveva base in Sardegna ed operava in tutta Italia, è stata sgominata da Polizia e Guardia di finanza, che dalle ore prime ore del mattino hanno eseguito 23 fermi disposti dalla Dda di Cagliari nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti appartenenti alla banda. Tra i fermati c’è anche Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili, ritenuto la presunta mente della banda.

Gli indagati sono prevalentemente pregiudicati di origine sarda, e sono accusati per i reati di associazione per delinquere, rapina, porto illegale di armi da guerra, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e favoreggiamento.

Impegnati nel blitz circa 300 tra uomini e donne della Polizia e della Gdf; coinvolti anche i reparti speciali, le unità cinofile, gli elicotteri e le pattuglie della Polizia stradale. Incredibile il video dell’assalto al caveau di Nuoro dove i banditi hanno immobilizzato i vigilantes portando via il bottino.

ASSALTO IN UN CAVEAU DI NUORO. ARMATI FINO A DENTI

Le indagini hanno consentito di ricostruire il modus operandi dell’organizzazione, attiva da quasi 10 anni e con solide basi in Sardegna. Il gruppo, secondo gli inquirenti, ha progettato e realizzato assalti a furgoni portavalori e a caveau di istituti di vigilanza sia nell’isola che nel resto del paese.

Ma non solo: gli appartenenti all’associazione, secondo le indagini, operavano anche nel traffico di droga e nel riciclaggio di denaro.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Luca Arzu, nato a Talana il 17.06.1972;
Sergio Arzu, nato a Talana l’11.09.1980;
Giovanni Francesco Bussu, nato il 19.07.1955 a Sassari, residente a Thiesi;
Michele Cherchi, nato a Ozieri il 17.10.1981 residente a Benetutti
Fabrizio Francesco Crisponi, nato a Nuoro il 4.10.1980, residente a Mores (SS)
Vittorio Fogu, nato a Nuoro il 18.02.1972, residente a Orune
Angelo Lostia, nato a Olzai il 7.04.1973,
Pietro Paolo Lotto, nato a Villagrande Strisaili il 28.06.1968, residente a Villanova Strisaili.
Fabrizio Manca, nato a Nardò (LE) il 26.11.1981, residente a Villanova Strisaili
Pietro Mereu, nato a Nuoro il 7.12.1971, residente a Mores (SS)
Francesco Monni, nato a Orune il 25.05.1963 residente a Olbia
Carlo Olianas, nato a Lanusei il 3.08.1973, residente a Villanova Strisaili
Gianluigi Olianas, nato a Villagrande Strisaili il 4.06.1962, residente a Vollanova
Giovanni Olianas, nato a Villagrande Strisaili il 15.05.1965 residente a Villanova Strisaili
Gavino Pira, nato a Gavoi il 20.04.1970,ivi residente
Mario Pirari, nato a Nuoro il 08.09.1966, ivi residente
Giovanni Salvatore Pirisi, nato a Sarule il 07.08.1967, ivi residente
Salvatore Sanna, nato a Orune l’8.03.1978, ivi residente in Corso Repubblica 121
Pasquale Scanu, nato a Bitti il 17.05.1976,
Carmelo Soru, nato a Sorgono il 24.05.1972, residente a Ovodda.

“Il blitz – si legge in una nota – è andato a colpire quelli che venivano considerati i “sancta sanctorum” del crimine sardo”. Nel decreto che ha portato ai fermi, il sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, assegna un ruolo preminente a Giovanni Olianas, insospettabile vicesindaco di Villagrande Strisaili (in Ogliastra): “E’ probabilmente il cervello della banda”, scrive Tronci.

Ha dato prova di esperienza criminale fuori dal comune, costantemente impegnato nell’ideazione di nuovi colpi, spesso procrastina i suoi impegni di vicesindaco per partecipare a rapine e sopralluoghi”. In casa del vicesindaco, durante le perquisizioni odierne, sono stati trovati 30 mila euro in contanti. “La sua abitazione – afferma il magistrato – costituisce il covo principale della banda, dove gli indagati si ritrovano per progettare le varie azioni criminali”. Con lui sono accusati anche i fratelli Carlo e Gianluigi. Gli Olianas sono ritenuti il fulcro della banda insieme con Luca e Sergio Arzu, cugini tra loro.

Giovanni Olianas, secondo alcune delle intercettazioni, avrebbe tra l’altro affermato di avere a disposizione due kalashnikov. Luca Arzu (fratello dell’ex latitante Raffaele Arzu), secondo quanto accertato dalle indagini, per giustificare il suo alto tenore di vita avrebbe concordato con un suo amico commercialista un’assunzione fittizia. Lo stesso commercialista si sarebbe occupato di investire il denaro di Arzu, frutto delle rapine, in una serie di attività imprenditoriali in Lettonia. Altra parte del bottino, nella ricostruzione dell’accusa, veniva investito nell’acquisto di droga.


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