25 Aprile 2024

Inchiesta petrolio: secretato interrogatorio di Gianluca Gemelli

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Inchiesta petrolio: secretato interrogatorio di Gianluca Gemelli
Gianluca Gemell, indagato nell’inchiesta sul petrolio in basilicata

POTENZA – E’ stato secretato l’interrogatorio, durato oltre tre ore, di Gianluca Gemelli, indagato nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. All’uscita dal palazzo di giustizia di Potenza, Gemelli e il suo avvocato, Paolo Carbone, non hanno risposto alle domande dei giornalisti. Secondo quanto appreso dall’Ansa, all’interrogatorio hanno preso parte i pm della Procura di Potenza e il sostituto procuratore della Dna Elisabetta Pugliese.

L’imprenditore siciliano (compagno dell’ex ministra Federica Guidi) era entrato in mattinata dall’ingresso principale del palazzo di giustizia senza rispondere alle domande dei giornalisti. Il suo avvocato invece, ha detto che Gemelli “è venuto a Potenza per chiarire ogni cosa”.

Gemelli è indagato con varie accuse in due filoni dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza. Deve rispondere sui presunti “affari” del “quartierino” del petrolio: secondo gli inquirenti, l’imprenditore siciliano è “personaggio chiave” per gli interessi dello stesso “gruppo” in Basilicata, per il progetto Tempa Rossa, a Corleto Perticara (Potenza), e in Sicilia per il porto di Augusta (Siracusa).

In seguito alla divulgazione di un’intercettazione con la sua compagna su un emendamento del Governo per Tempa Rossa, la ministra Guidi rassegnò le dimissioni lo scorso 31 marzo.

A Viggiano impossibile operare anche in modo parziale – “Dal punto di vista tecnico ed operativo non è possibile proseguire, nemmeno parzialmente, l’attività produttiva del centro oli di Viggiano (Potenza)”: lo hanno detto oggi dirigenti dell’Eni ai componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, dai quali sono stati ascoltati a Potenza.

Secondo l’Eni, “non esiste una soluzione alternativa di tipo industriale che consenta di evitare la fermata degli impianti”, capaci di trattare 75 mila barili di petrolio al giorno: il centro oli – per operare rispettando le indicazioni contenute nell’ordinanza eseguita il 31 marzo scorso nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata – “dovrebbe essere riprogettato dal punto di vista impiantistico e ingegneristico” e passare attraverso “un nuovo e complesso iter autorizzativo per operare non più come un impianto energetico ma come un impianto di trattamento rifiuti”. L’Eni avrebbe detto che si tratta di una “ipotesi del tutto irrealistica sia dal punto di vista industriale che normativo”. (Ansa)


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