18 Aprile 2024

Roma, palpeggiatore incallito arrestato dalla Polizia di stato

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PalpeggiatoreUn tunisino di 26 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato per aver palpeggiato due donne tra via Gioberti e via Giolitti, a Roma Termini.

Il primo episodio è avvenuto verso le 2 e mezza; una ragazza romena è stata borseggiata da un uomo di colore che per vincere la sua resistenza l’ha colpita violentemente. Proprio mentre la vittima era in terra, in stato confusionale, si è avvicinato A.M.A – queste le iniziali del tunisino – che le ha palpeggiato insistentemente il seno.

L’uomo, vedendo in lontananza una pattuglia della Polizia di Stato, ha desistito ed è fuggito.
Gli agenti del commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, hanno soccorso la ragazza e diramato le ricerche dell’uomo “via radio”.

Ma è stato lo stesso equipaggio che, circa mezzora dopo, ha sentito le urla di un’altra donna; in pochi attimi hanno capito la provenienza delle grida ed hanno raggiunto una ragazza colombiana che tentava di liberarsi da un uomo che le stava addosso. Anche in questo caso l’aggressore che, come dimostreranno le successive indagini, era lo stesso che aveva palpeggiato la ragazza romena, ha tentato di fuggire alla vista della volante.

I poliziotti, senza mai perderlo di vista, lo hanno raggiunto e bloccato in piazza Manfredo Fanti. Il tunisino, per sottrarsi all’arresto, ha colpito i due agenti che, non con poca fatica, lo hanno ammanettato.

In commissariato la ragazza colombiana racconterà che mentre fumava una sigaretta in via Giolitti è stata avvicinata da A.M.A. che prima l’ha insultata poi, gettandosi addosso, le ha infilato una mano nelle calze per toccarle il sedere e con l’altra mano le ha palpeggiato violentemente il seno. Entrambe le vittime venivano sostenute fin dai primi minuti dagli esperti della Polizia di Stato che le hanno aiutate anche a raccontare i fatti.

Il tunisino, che dagli accertamenti sull’identità è risultato irregolare sul territorio nazionale e gravato da numerosi precedenti di polizia, è stato “accompagnato” nel carcere romano di Regina Coeli.


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