
“Cristian Provvisionato è libero. Sta rientrando in Italia. Gli ho parlato. Grazie alle autorità della Mauritania. Un altro obiettivo centrato”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Angelino Alfano su Twitter.
“#Provvisionato.Torniamo a casa. Cristian potrà riabbracciare i suoi cari. Grazie ad autorità mauritane e a squadra della Farnesina”, questo il tweet del sottosegretario agli esteri Enzo Amendola dopo l’annuncio della liberazione di Cristian.
Provvisionato era stato fermato in Mauritania alla fine di agosto del 2015 ed era da allora in custodia cautelare. Il 26 aprile Alfano aveva ricevuto Doina Coman, la madre di Cristian Provvisionato e le aveva confermato il massimo impegno per giungere ad una rapida soluzione della vicenda.
La donna, preoccupata per le condizioni di salute del figlio, aveva poi chiesto visibilità a Fiorello, ospite dello Speaker’s corner di Edicola Fiore.
Cristian Provvisionato, quarantatreenne orginario di Cornaredo (Milano) era stato arrestato ventuno mesi fa in Mauritania, accusato di una truffa ai danni dello stato islamico che aveva commissionato una fornitura di prodotti informatici (anti-spionaggio) che ha pagato ma consegnati in parte, forse dopo che l’italiano è rimasto incastrato da altre persone.
Ad agosto 2015, è stato arrestato e trattenuto in galera. Lo stato della Mauritania lo tratteneva soltanto come una sorta di “garanzia” per recuperare le somme pagate in relazione alla merce non consegnata.
Provvisionato era rinchiuso in una caserma di Nouakchott, in un regime di detenzione simile al 41 bis. Non poteva comunicare con nessuno e gli era consentito ricevere corrispondenza o pacchi. Sarebbe rimasto in prigione se non fosse intervenuta la diplomazia che si è mobilitata dopo gli appelli dei genitori.