25 Aprile 2024

Omicidio Gloria Rosboch, 30 anni a Defilippi, 19 a Obert

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Gabriele Defilippi Roberto ObertE’ stato condannato a 30 anni di carcere Gabriele Defilippi, il 22enne processato a Ivrea per l’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch. Per il presunto complice di Defilippi, Roberto Obert, 54 anni, la pena inflitta è di 19 anni di reclusione. Entrambi sono stati giudicati con il rito abbreviato. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo. La madre di Defilippi, Caterina Abbatista, è stata invece rinviata a giudizio in quanto ritenuta coinvolta nell’omicidio della professoressa.

Secondo la ricostruzione del pm Giuseppe Ferrando, Gloria Rosboch, che in un primo momento si era invaghita del giovane, voleva denunciare Defilippi, suo ex allievo, per una truffa da 187 mila euro consegnati perché riponeva fiducia sul giovane.

“Per me questa sentenza è falsa, troppo bassa”, ha dichiarato l’anziana mamma della vittima. Il suo legale di parte civile, Stefano Caniglia, ha aggiunto che “l’ergastolo, così come richiesto dal pm, ci sembrava più adeguato” rispetto ad un delitto consumato con estrema crudeltà.

La scomparsa di Gloria Rosboch

La donna scomparve da Castellamonte il 13 gennaio 2016 e fu ritrovata morta il 19 febbraio successivo nella cisterna di una discarica abbandonata nelle campagne di Rivara, a pochi chilometri da casa di Gloria. Il 16 febbraio Gabriele è convocato al comando provinciale dei carabinieri a Torino. Insieme a lui c’è la madre, Caterina Abbattista, infermiera all’ospedale di Ivrea.

Il ritrovamento del cadavere e la confessione di Defilippi

Passano tre tre giorni e giunge la notizia del rinvenimento del cadavere di Gloria Rosboch. Si trova in un pozzo di una discarica abbandonata. I carabinieri fermano subito Gabriele Defilippi. Qualche ora dopo si scopre che dietro il ritrovamento del corpo c’è la confessione di un uomo che, insieme a Gabriele, sarebbe coinvolto nel delitto. Si chiama Roberto Obert, ha 53 anni ed un amico di famiglia.

L’uomo, che dice ai carabinieri di essere l’amante di Gabriele, conosce la vicenda della truffa e proprio la denuncia della donna, secondo la sua versione, avrebbe scatenato la furia omicida del ragazzo.

L’autopsia

Dalle prime analisi sul cadavere emerge che Gloria è morta per strangolamento. Ad ucciderla, secondo il medico legale, sarebbe stato un foulard o comunque un tessuto morbido, che non ha lasciato segni visibili sul collo. In serata i carabinieri comunicano di aver fermato anche la madre di Gabriele, Caterina Abbattista, sospettata di essere coinvolta nell’assassinio. Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, incalzato dagli inquirenti, Gabriele confessa di aver preso parte all’omicidio dell’insegnante, ma nel suo racconto l’esecutore materiale è Obert. Quest’ultimo racconta esattamente l’opposto. “È stato Gabriele – dice il 53enne ai carabinieri – ho cercato di fermarlo, ma non ci sono riuscito”.

Un delitto pianificato nei dettagli

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il 13 gennaio Gloria è salita volontariamente in auto con Obert e Defilippi. Forse i due hanno tentato di convincerla a ritirare la denuncia, sta di fatto che poco dopo l’auto si è fermata nei pressi della discarica e Gloria è stata uccisa. Un particolare inchioda i complici: qualche giorno prima avevano visitato il luogo del ritrovamento del cadavere, segno che l’omicidio è stato pianificato nei minimi particolari.

Defilippi e Obert avevano perfino dei telefoni cellulari con sim dedicate, che utilizzarono solo per discutere del delitto. Da qui in avanti Gabriele e Obert, entrambi accusati di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, continuano ad accusarsi a vicenda sulla responsabilità materiale del delitto.

Più controversa la posizione di Caterina Abbattista, che racconta ai carabinieri come il giorno dell’omicidio si trovasse all’ospedale di Ivrea. Una versione che non coincide con quella degli inquirenti: le celle telefoniche, infatti, localizzano l’infermiera in un altro luogo. Per questo motivo la donna è accusata di concorso in omicidio.

La fine delle indagini

Il 20 luglio 2016, su indicazione di Obert, nelle campagne del Canavese, i carabinieri e uomini dell’esercito trovano una pistola. L’arma sarebbe stata utilizzata da Gabriele il giorno dell’omicidio, per minacciare la sua ex insegnante. A inizio dicembre la Procura di Ivrea chiude le indagini sul delitto Rosboch. A gennaio il procuratore Ferrando firma le richieste di rinvio a giudizio per Gabriele Defilippi e Roberto Obert, accusati di omicidio premeditato e occultamento di cadavere, Caterina Abbattista, accusata di concorso in omicidio ed Efisia Rossignoli, che dovrà rispondere soltanto del reato di truffa. Fu lei, secondo l’accusa a convincere la vittima a versare i 187 mila euro. Il 13 gennaio, ad un anno esatto dall’omicidio, il gip di Ivrea fissa al 10 febbraio la prima udienza preliminare del processo. Il 22  settembre 2017 la condanna di Defilippi e Obert.


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