18 Aprile 2024

Arrestato per evasione un deputato Udc appena eletto in Sicilia

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Cateno De Luca
Cateno De Luca

Non ha fatto in tempo a essere proclamato deputato siciliano della nuova Ars a guida Musumeci che è stato arrestato per evasione fiscale, Cateno De Luca, eletto alle ultime regionali in Sicilia con quasi 5.500 voti nelle fila dell’Udc, per la provincia di Messina.

L’uomo – arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri e finanzieri insieme al presidente della Fenapi (Federazione dei piccoli imprenditori), Carmelo Satta, su mandato del gip di Messina che ha accolto le risultanze di una inchiesta della locale procura – è accusato di far parte di una presunta organizzazione a delinquere finalizzata a realizzare una evasione per circa 1.750.000 euro.

Attraverso le indagini, spiegano gli inquirenti, è stato individuato un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori ed alla società Caf Fenapi Srl, riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Satta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette.

In sintesi, lo schema evasivo emerso avrebbe consentito l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio.

La frode si sarebbe sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta. Al termine dell’attività investigativa è stato individuato un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini Iva che delle Imposte sui redditi delle società).

Oltre alle due persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.

Intanto è scoppiata una polemica in Sicilia sulle cosiddette candidature degli “impresentabili” con uno scontro acceso tra M5s e centrodestra, schieramento, quest’ultimo, uscito vincitore dalle urne. I pentastellati lo avevano nella lista come uno degli impresentabili.

Lui però su Facebook si difende: “Sapevo già che mi avrebbero arrestato. Contro di me massoneria e poteri forti”. De Luca fa sapere di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati dalla procura messinese.

Cateno De Luca si difende su Facebook

Chi è Cateno De Luca: già parlamentare regionale, ex sindaco di Fiumedinisi (Messina), a fine giugno del 2011, ricorda l’Agi, l’uomo era stato arrestato al termine di un Consiglio comunale con l’accusa di aver utilizzato fondi pubblici destinati alla costruzione di opere di contenimento di un torrente a rischio esondazione, al fine di realizzare un albergo con tanto di centro benessere. Da oltre un anno si indagava sulla realizzazione, in prossimità del greto del torrente Nisi, della struttura di proprietà dei fratelli De Luca che avrebbero dovuto realizzare anche quindici villette e un centro di formazione, facendo modificare la destinazione d’uso di alcuni terreni agricoli.

La Procura di Messina ha chiesto una condanna a 5 anni e la sentenza è attesa nelle prossime settimane. Secondo le indagini, vennero dirottati soldi che dovevano servire invece alla riqualificazione edilizia, al miglioramento delle condizioni ambientali e al recupero o ricostruzione di immobili colpiti da eventi sismici e calamità.

All’epoca De Luca era già deputato alla testa del movimento Sicilia Vera e si era fatto notare anche per una serie di iniziative discutibili, come quando, nel corso della legislatura, per protestare contro l’allora presidente dell’Ars Gianfranco Micciché su vicende regolamentari, si denudò in sala stampa rimanendo in mutande, per poi coprirsi con la bandiera della Sicilia, la Trinacria, utilizzata a mo’ di pareo.

L’Udc difende, invece, De Luca: “Abbiamo fiducia nella magistratura che siamo certi porterà all’accertamento della verità e siamo convinti che De Luca sarà in grado di chiarire i fatti e di dimostrare la sua innocenza. L’Udc ha avuto la massima diligenza nella formazione delle liste elettorali a tutela del partito e dei cittadini-elettori. Abbiamo chiesto a tutti i candidati dell’Udc e dei movimenti a esso associati, tra cui anche Sicilia Vera, il certificato del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti a tutela dei Cittadini e della onorabilità del partito”.


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