I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, hanno eseguito, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, numerose perquisizioni domiciliari con conseguente sequestro di documentazione, cartacea ed informatica, utile alle indagini sul crac del gruppo vivaistico Ciccolella.
I soggetti coinvolti nelle perquisizioni dell’operazione “Back to Malta”, sono i tre fratelli Corrado, Vincenzo ed Antonio Ciccolella, di Molfetta, a cui fa capo il noto “Gruppo Ciccolella”, un insieme di società operanti principalmente nel settore della flora-vivaistica.
Sono stati inoltre colpiti dalle attività di polizia giudiziaria anche altre persone ritenute legate ai Ciccolella e concorrenti nei reati loro ascritti, come gli avvocati Michele Bellomo e Francesco Quarto, il commercialista Gianluca Petrera, tutti e tre baresi, nonché Cosmo Antonio Giancaspro di Molfetta, quest’ultimo presidente del Bari Calcio.
“L’attività perquisitiva – spiega la procura – è stata adottata per la ritenuta necessità di assicurare la genuinità delle fonti di prova, in relazione ai gravi indizi di reato emersi nell’ambito delle complesse indagini dirette dalla Procura ed affidate alla dottoressa Silvia Curione, in ordine ad ipotesi di bancarotta fraudolenta e riciclaggio”.
Dalle indagini dei finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica sono emerse alcune ipotesi di presunte distrazione di fondi della Ciccolella Spa (società già quotata in Borsa e fallita nel gennaio 2015) e conseguente riciclaggio degli stessi, tramite complessi passaggi di denaro e quote societarie tra società infragruppo e soggetti operanti in Italia ed in Paesi esteri (Malta e Gran Bretagna).
Secondo quanto emerso, il presidente della Fc Bari 1908, Giancaspro, sarebbe coinvolto per un bonifico sospetto da 600mila euro per l’acquisto, poi non avvenuto, di un immobile.
I finanzieri baresi hanno perquisito per ore l’abitazione privata e l’ufficio di Giancaspro nella sede della società sportiva alla presenza dei suoi difensori, gli avvocati Piero Nacci Manara e Raul Pellegrini.
Stando all’ipotesi accusatoria Giancaspro, in concorso con l’avvocato barese Michele Bellomo, avrebbe riciclato parte del denaro distratto dai fondi delle società Ciccolella, quantificato in oltre 7 milioni di euro.
In particolare Giancaspro, nel febbraio 2016, avrebbe ricevuto un bonifico da 600mila euro su un conto personale dalla società Masa srl di Bellomo, quest’ultimo ritenuto dalla Procura di Trani un prestanome dei Ciccolella, sulla base di un preliminare di vendita di un immobile.
La trattativa per l’acquisto non andò a buon fine e la somma fu interamente restituita con le stesse modalità alla società di Bellomo. Il sospetto della Guardia di Finanza è che si sia trattato di una finta trattativa immobiliare per dissimulare il trasferimento della ingente somma di denaro.