28 Marzo 2024

Ponte crollato a Genova, i primi nomi delle vittime

L'autore del video del crollo che ha fatto il giro del mondo: "Oh mio Dio". Davide Di Giorgio, 27enne informatico ha ripreso il momento in cui è collassato il Morandi

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ponte crollato a Genova
Ansa

Sono 37 le vittime causate dal crollo di Ponte a Genova avvenuto alle 11.50 di martedì 14 luglio. Il dato è stato fornito dalla prefettura. Di queste, cinque non sono state ancora identificate. I feriti sono 16, di cui 12 in codice rosso.

Sono stati diffusi i primi nomi delle vittime. Si tratta di Vincenzo Licata, 58 anni, nato ad Agrigento; Andrea Cerulli, 48 anni, di Genova; Gianluca Arpini, 29 anni, di Genova; Alberto Fanfani, 32 anni, nato a Firenze; e una intera famiglia di Campomorone (Genova) Roberto Robiano, 44 anni, Ersilia Piccinino, 41, e il figlio Samuele 9, Elisa Bozzo, 34 anni di Busalla (Genova); Bruno Casagrande, 35 anni, di Genova.

Intanto il sottosegretario alle Infrastrutture, il genovese Edoardo Rixi ha annunciato che “verrà istituita una commissione d’inchiesta all’interno del ministero. Verificheremo tutto fino in fondo e non lasceremo nulla al caso”. Il ministro Toninelli ha fatto sapere di voler revocare la concessione alla società Autostrade ritenuta responsabile del cedimento.

Parla l’autore del video del crollo che ha fatto il giro del mondo: “Oh mio Dio”

Si era affacciato alla finestra per riprendere la pioggia che cadeva incessante e mandare quelle immagini ai suoi genitori. Mai Davide Di Giorgio avrebbe immaginato di vedersi crollare davanti agli occhi, in un video diventato subito virale, quel ponte che per lui era parte di quel “paesaggio immobile” incorniciato dalla sua scrivania all’Ansaldo. E il suo “oh mio Dio” – ha fatto il giro del mondo, con giornalisti dal Brasile a chiedergli interviste – “mi è uscito dal cuore”.

“E per fortuna – spiega il 29enne tecnico informatico – non mi è uscito altro di bocca”.”Il video non è stato voluto – racconta Di Giorgio all’Ansa – Non mi ero accorto di quanto stava succedendo, stavo facendo questo video per la mia famiglia perché scendeva il diluvio, poi il tempo di aprire la finestra: sembrava un film, non ci credevo, una cosa apocalittica. È impossibile che succeda una cosa così nella tua città, nel paesaggio fisso che vedi ogni giorno dalla finestra dell’azienda dove lavori, a 600 metri dal ponte”.

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