“Pronto signore, ci stanno rapendo su un bus col coltello”. Sono queste le prime drammatiche parole del ragazzino eroe Ramy Shehata, nato in Italia ma di origine egiziana, alla sala operativa dei carabinieri. Nell’audio la chiamata al 112 in cui comunica il sequestro del bus da parte di Ousseynou Sy, il senegalese che ha dirottato e dato fuoco al mezzo con all’interno i ragazzi.
Il militare, che ha subito colto la gravità del fatto ha ordinato di inviare subito una pattuglia a “Zelo”, centro del milanese. “E’ qui davanti, ci tiene in ostaggio”, dice il ragazzino con un tono concitato con sullo sfondo le urla degli altri compagni.
Il carabiniere chiede allora chi è che li tiene in ostaggio e lo studente risponde: “E’ il guidatore, ha un coltello in mano, veloce”, afferma. “Getta a terra della benzina, non respiriamo più”, dice ancora terrorizzato.
Al militare servono altre indicazioni e lui risponde: “Certo, certo, signore, però la prego, fate presto, chiami qualcuno. Non è un film questo”. Poi l’indicazione che l’autobus stava andando verso la campagna.
L’AUDIO DELLA TELEFONATA DI RAMY AI CARABINIERI