La Polizia ha diffuso alcune immagini della sparatoria avvenuta venerdì in Questura a Trieste in cui sono rimasti uccisi i due poliziotti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, per mano di Alejandro Augusto Stephan Meran, il ventinovenne dominicano ora in carcere con l’accusa di duplice omicidio.
Nelle immagini si vede l’uomo in bagno armato di pistola, quando esce nell’atrio spara almeno tre colpi ad altezza d’uomo per poi dirigersi all’esterno dove tenta di aprire la portiera di una volante della Polizia.
Non riuscendoci si è diretto verso la Panda della Squadra Mobile che ha fatto velocemente retromarcia. Poi si ripara dietro le auto parcheggiate. In tutto avrebbe sparato oltre una quindicina di colpi da due pistole. E solo grazie alla prontezza degli agenti della Questura triestina, se non c’è stata una strage.
“Non c’è correlazione tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi” della questura di Trieste. Il tema degli approvvigionamenti “esiste comunque, perchè abbiamo finanziamenti schizofrenici e siamo perennemente in affanno” ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli. Quello che è successo, ha spiegato, “appartiene all’ambito dell’imponderabile che c’è anche nel nostro lavoro. Quando si esercita un pietoso giudizio negativo sull’operato di questi ragazzi, ci si dimentica del contesto” in cui è avvenuto il fatto; “si parla di una persona che aveva rubato un motorino”, non di una cosa più grave. “Assurdo – aggiunge – è termine consono per questa vicenda”.
Secondo il capo della polizia “un plauso ai colleghi della questura Trieste. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, ma la professionalità dei colleghi di Trieste ha impedito che la dimensione della tragedia fosse molto più ampia. L’assassino aveva due pistole in mano e a 150 metri dalla questura c’è piazza dell’Unità d’Italia e se l’assassino l’avesse raggiunta avremmo pagato un prezzo più alto”.