19 Aprile 2024

Muore a 16 anni dopo la seconda dose Pfizer. “Non voleva fare il vaccino”

Il caso in procura. I genitori affranti: "Non si può morire a sedici anni. Giulia era una ragazza sana, aveva soltanto una lievissima imperfezione alla valvola mitralica". Per questo nessun medico "le ha sconsigliato" il siero genico sperimentale. I sanitari non hanno usato il defibrillatore. Come tanti adolescenti la ragazza è stata spinta a punturarsi dalla propaganda martellante del mainstream e dal Green pass discriminatorio

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Una ragazza di 16 anni, Giulia Lucenti, di Bastiglia, piccolo centro in provincia di Modena, è morta poche ore dopo essersi inoculato il vaccino anti-covid Pfizer. Il decesso è avvenuto l’8 settembre scorso, il giorno dopo il richiamo del siero sperimentale.

I genitori della vittima adolescente, Lorenzo e Oxana, urlano il proprio dolore e citati dal Resto del Carlino, chiedono ora giustizia denunciando il caso in procura.

Giulia “si era sottoposta al vaccino di malavoglia, perché fin da piccola gridava alla vista di una siringa”. Ma soprattutto perché la martellante propaganda mediatica, lo stesso green pass discriminatorio, sta spingendo molti ragazzi a inocularsi il siero genico per poter vivere la propria vita sociale e non essere esclusi.

“Non si può morire a sedici anni. Giulia era una ragazza sana, aveva soltanto – ha detto la madre Oxana – una lievissima imperfezione alla valvola mitralica, ma non prendeva alcun farmaco, faceva una vita normalissima”.

Tuttavia, nessun medico le ha sconsigliato il vaccino in presenza di quella “imperfezione” cardiaca che pure sarebbe stata fatta presente ai sanitari vaccinatori.

Il giorno dopo la seconda somministrazione la ragazza si è sentita male e si è distesa sul divano. La madre, operatrice socio sanitaria, quando ha visto le cose precipitare con la ragazza che non dava segnali, le ha praticato il massaggio cardiaco ma senza esito.

“Oltre al massaggio cardiaco, le ho fatto anche la respirazione bocca a bocca, e intanto la chiamavo: ‘Giulia, Giulia, svegliati’. Ho telefonato a Lorenzo, e al 118. ‘Giulia svegliati’, ripetevo, ma nostra figlia, purtroppo, non si è più svegliata”, si legge sul quotidiano.

Purtroppo la giovane era già morta. All’arrivo dei sanitari allertati dalla signora, si legge sul Carlino, alla ragazza non avrebbero fatto un intervento con il defibrillatore. L’Ausl ha risposto che “in questi casi non è previsto”.

La signora Oxana ha ribattuto che il defibrillatore avrebbe potuto salvare la vita alla figlia: “Quei due coaguli di sangue, usciti dalla vena di mia figlia quando le è stato inserito il catetere con l’adrenalina nel braccio sinistro, li ho visti molto bene. Erano due coaguli, non sangue liquido. Non sono un medico, ma se l’adrenalina, nel suo percorso fino al cuore, ha incontrato altri coaguli non ha certo raggiunto il suo obiettivo. Il defibrillatore, forse, avrebbe aiutato a far ripartire il battito. Solo l’autopsia farà chiarezza, al momento non possiamo sapere se la nostra amatissima Giulia poteva essere salvata dall’uso del defibrillatore. Ma quel che è certo è che non è stato usato”, ha detto mamma Oxana.

I genitori, nei giorni scorsi, tramite il loro avvocato Pier Francesco Rossi hanno presentato un esposto in Procura per chiedere appunto l’autopsia che potrebbe essere effettuata già nelle prossime ore.


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