23 Aprile 2024

Corruzione dal Qatar, convalidati gli arresti di Kaili, Panzeri e altri

In casa dell'esponente socialista greca Eva Kaili, ora sospesa dalla sua posizione di vicepresidente dell'Eurocamera, sono state trovate borse piene di soldi. Si aggrava anche la posizione di Antonio Panzeri: a Brescia convalidato l'arresto per favoreggiamento di moglie e figlia, adesso ai domiciliari. Il Paese del Golfo "respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta", ha fatto sapere un portavoce

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Lo scandalo delle presunte tangenti del Qatar a eurodeputati e funzionari del Parlamento europeo si allarga e colpisce soprattutto il gruppo dei Socialisti e Democratici. La giustizia belga ha convalidato l’arresto e confermato le accuse per quattro persone coinvolte nell’inchiesta.

I media belgi, citando fonti giudiziarie, fanno sapere che si tratta di Eva Kaili, dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, dell’assistente parlamentare Francesco Giorgi e di Niccolò Figa-Talamanca della ong “No peace Without Justice”. L’accusa è accusa è quella di partecipazione a organizzazioni criminali, riciclaggio e corruzione.

Rilasciati sotto condizionale Luca Visentini e il padre di Kaili. Eva Kaili è intanto stata anche sospesa dal suo ruolo di vicepresidente dell’Eurocamera, dopo il ritrovamento in casa sua di “sacchi di banconote”.

Secondo le indagini, sarebbero mazzette pagate dal Qatar per influenzare la reputazione del Paese in Europa. Lo Stato del Golfo ha intanto respinto le accuse. “Qualsiasi associazione del governo qatarino con le accuse riportate è senza fondamento e gravemente male informata.

Lo Stato del Qatar lavora sulla base di un rapporto da istituzione a istituzione e opera in piena conformità con il diritto internazionale”, ha scritto il Ministero degli Esteri del Qatar rilanciato via Twitter dalla missione diplomatica di Doha in Ue. Sabato sera nell’ambito dell’inchiesta, alla presenza della presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, è stata perquisita anche la casa a Bruxelles dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella, che non è però in stato di fermo.

Intanto, a Brescia è stato convalidato l’arresto per favoreggiamento di Maria Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, sospettato di essere intervenuto politicamente a beneficio di Qatar e Marocco, “usando metodi ingegnosi e scorretti per i suoi scopi”. La Lega ha chiesto che sia istituita a Strasburgo una commissione d’inchiesta.

Eva Kaili arrestata e sospesa

“Alla luce delle indagini giudiziarie in corso da parte delle autorità belghe, la presidente Metsola ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, compiti e le deleghe di Eva Kaili nella sua qualità di vicepresidente del Parlamento europeo”, ha fatto sapere il portavoce della presidente dell’Eurocamera. L’esponente socialista greca è agli arresti dopo che la polizia ha trovato nella sua abitazione borse piene di contanti. Una flagranza di reato che ha polverizzato l’immunità di cui godono gli europarlamentari. Anche il padre di Kaili è stato arrestato (poi rilasciato) mentre, secondo il quotidiano L’Echo, stava fuggendo con una valigia piena di contanti.

Gli italiani coinvolti nell’indagine

Già venerdì 9 dicembre erano stati fermati quattro italiani. Si tratta dell’ex eurodeputato di Pd e Articolo 1 Antonio Panzeri, il sindacalista Luca Visentini, l’assistente parlamentare di Andrea Cozzolino e compagno di Kaili, Francesco Giorgi, e Niccolò Figa-Talamanca della ong No peace Without Justice. Intanto le perquisizioni sono proseguite: gli uffici di due assistenti parlamentari (una delle quali italiana) legati agli eurodeputati Maria Arena e Marc Tarabella, entrambi belgi e membri di S&D, sono stati sequestrati. Le indagini sono affidate a Michel Claise, specialista dei reati finanziari della Procura di Bruxelles. Sono ipotizzati a partire dal gennaio 2021 i reati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio.

Il ramo dell’inchiesta in Italia

L’inchiesta ha un suo ramo anche in Italia, dove sono in stato di fermo la moglie e la figlia di Panzeri, Maria Colleoni e Silvia Panzeri. Antonio Panzeri è sospettato di essere intervenuto per influenzare le decisioni dell’Eurocamera non solo a favore del Qatar ma anche del Marocco. Un ruolo potrebbe averlo avuto la ong Fight Impunity, fondata da Panzeri e con un board d’eccezione – dall’ex commissario Avramopoulos a Federica Mogherini – che si è dimesso in massa dopo la notizia dell’inchiesta. Nelle scorse ore a Brescia è stato convalidato il fermo per favoreggiamento della moglie e della figlia dell’ex eurodeputato: le due donne, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari, hanno respinto l’accusa di essere “pienamente consapevoli” delle attività del marito e padre. Ma spunta anche una vacanza di famiglia da 100mila euro.

Le indagini

Due le decisioni all’Eurocamera su cui le indagini potrebbero essersi concentrate: il voto sulla liberalizzazione dei visti qatarini in commissione Libe (dossier che presto sarebbe finito in plenaria) e la risoluzione sulle violazioni dei diritti dei lavoratori a Doha. All’approvazione della liberalizzazione dei visti in commissione Kaili era presente e ha votato, pur non essendo membro della Libe. La risoluzione sul Qatar in Plenaria è stata invece approvata per alzata di mano. Era un testo in cui si condannava il trattamento dei migranti che hanno lavorato agli stadi del Mondiale e si chiedeva a Doha di fare un passo in più sui diritti. In Aula, il 21 novembre scorso, era intervenuta proprio Kaili: “Il Qatar è in prima linea per i diritti dei lavoratori”, erano state le sue parole mentre varie inchieste avevano già ampiamente documentato gli abusi e le morti.

Metsola: “Parlamento europeo collabora attivamente con la giustizia”

La presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola ha fatto sapere, attraverso il suo portavoce Juri Laas, che sia lei stessa che tutto il Parlamento europeo “stanno collaborando attivamente e pienamente con le autorità di giudiziarie per favorire il corso della giustizia”. Intanto Metsola ieri è rientrata da Malta a Bruxelles per essere presente alla perquisizione dell’abitazione dell’eurodeputato Marc Tarabella. L’articolo 59 della Costituzione belga prevede infatti la presenza del presidente del Parlamento di appartenenza in caso di perquisizione di un eletto in Belgio. Le Soir e Knack raccontano che il materiale informatico del politico belga è stato sequestrato dagli investigatori.

Gentiloni: “Un danno di reputazione molto serio”

Il commissario Ue Paolo Gentiloni ha commentato la vicenda parlando di un “danno di reputazione molto serio”. Il Parlamento europeo – ha detto a Mezz’ora in più – “è sempre stato la punta di diamante dal punto di vista dei diritti, magari non ha avuto poteri sufficienti ma sui principi è sempre stato un punto di riferimento”. L’inchiesta, ha aggiunto, è “una cosa gravissima, se quello che emerge da prime decisioni procura Bruxelles fosse confermato si tratterebbe di esponenti del Parlamento ed attivisti che avrebbero ricevuto soldi per chiudere un occhio sulle condizioni di lavoro in Qatar. Una vicenda vergognosa e intollerabile. Se si confermerà che qualcuno ha preso soldi per cercare di influenzare l’opinione del Parlamento europeo penso che sarà veramente una delle più drammatiche storie di corruzione di questi anni”.

Fonte:ansa

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