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Il Parlamento europeo ha approvato stamane la destituzione dalla carica di vicepresidente del Parlamento europeo di Eva Kaili, arrestata nell’ambito dell’inchiesta belga sul Qatargate, per aver intascato presunte tangenti da sceicchi qatarioti al fine di sponsorizzare in Ue il piccolo paese del golfo come paese che rispettava i diritti umani.
L’aula ha votato sì con la maggioranza di oltre due terzi (625 voti), come previsto dal Parlamento. Un solo contrario e due astenuti. Il voto si è svolto per appello nominale sotto richiesta dei gruppi S&D, The Left e Id, fanno sapere dagli uffici del Parlamento europeo. All’analisi dei voti risulta che a votare contro sia stato Mislav Kolakusic, croato dei non iscritti. Si sono invece astenuti l’olandese di Ecr, Dorien Rookmaker, e il tedesco di Id, Joachim Kuhs.
La conferenza dei presidenti dell’europarlamento, in mattinata aveva scelto di attivare l’articolo 21 del regolamento dell’Eurocamera per rimuoverla dalla carica. A comunicarlo era stato l’ufficio di presidenza di Strasburgo dopo una riunione che si è estesa ben oltre le aspettative rimandando il lavori della plenaria stessa.
Intanto gli uffici dell’assistente dell’eurodeputato Pietro Bartolo all’Eurocamera di Strasburgo sono stati posti sotto sigillo, come ha constatato l’Ansa. Nell’inchiesta, che potrebbe allargarsi anche a Commissione Ue e altri europarlamentari, sono coinvolte anche due Ong, una di queste “Non c’è pace senza giustizia” fondata nel ’93 dalla radicale Emma Bonino.
Ammontano a oltre un milione e mezzo di euro le mazzette trovate a casa di Antonio Panzeri e dell’ormai ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili. Una montagna di soldi in contanti suddivise in banconote da 50, cento e 20 euro. La grossa somma comprende anche i contanti trovati nella valigia che il padre di Kaili aveva con sé mentre stava lasciando un albergo di Bruxelles. La polizia federale belga, nel frattempo, ha diffuso una foto dei contanti ritrovati a casa di Panzeri, nell’abitazione di Kaili e nelle borse che aveva il padre dell’eurodeputata greca al momento dell’arresto.
Intanto il compagno di Eva Kaili, Francesco Giorgi, avrebbe parlato con gli inquirenti. Nei primi interrogatori effettuati dall’Ufficio Centrale per la repressione della corruzione, uno delle quattro persone indagate per il caso Qatargate ha parlato a lungo con gli inquirenti belgi.
La Procura belga, interpellata a riguardo, non ha smentito la ricostruzione. Secondo la stampa belga – che non cita nome e cognome – una delle quattro persone interrogate avrebbe fatto il nome dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella, i cui uffici sono stati perquisiti.
L’ex vicepresidente dell’Eurocamera è stata trasportata nelle scorse ore nel carcere di Haren, alla periferia nord-orientale di Bruxelles, secondo quanto si apprende dalla procura federale belga. Il carcere di Haren è stato completato nei mesi scorsi e tra i suoi ospiti annovera Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto del commando dei terroristi dell’attentato al Bataclan. La procura belga, interpellata a riguardo, non ha voluto confermare se anche gli altri tre agli arresti – Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figà-Talamanca – si trovino nella stessa struttura. Tutti e quattro domani sono attesi per la prima udienza preliminare sul Qatargate.
In una dichiarazione rilasciata dall’Ituc, Confederazione internazionale dei sindacati, il segretario generale Luca Visentini, arrestato e poi rilasciato, si è detto “lieto” che l’interrogatorio si sia concluso e che, ha sostenuto, “io abbia potuto rispondere pienamente a tutte le domande. Se dovessero essere formulate ulteriori accuse, non vedo l’ora di avere l’opportunità di confutarle, poiché sono innocente di qualsiasi illecito. Qualsiasi forma di corruzione è assolutamente inaccettabile e sono assolutamente impegnato nella lotta alla corruzione”. L’Ituc respinge come “totalmente false” l’accuse di un’influenza del Qatar sul sindacato.
