19 Aprile 2024

Pandemia economica, Commercianti contro Conte: “Non riapriremo più”. E consegnano le chiavi

Ristoratori (anche Vissani), baristi, parrucchieri, estetisti, titolari di esercizi di abbigliamento e altri danno simbolicamente le chiavi delle loro attività. La protesta si allarga in tutta Italia. Esercenti contro il governo che li fa riaprire il 1 giugno: "Preferiamo chiudere per sempre"

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Molti settori economici del paese in crisi per il lockdown, criticano apertamente il governo per la decisione di non far riaprire molte attività commerciali, su tutti ristoranti, bar e parrucchieri, la cui apertura è prevista dal 1 giugno e non dal 4 maggio. Un altro mese di chiusura che è considerato “letale” per centinaia di migliaia di attività che potrebbero non riaprire più a causa del mancato sostegno economico di Roma e comunque gravati da tasse, affitti e altre spese tra personale e tributi comunali. I titolari temono oltretutto un grosso calo di entrate per via delle distanze da fare osservare ai clienti. Un fattore che può pesare per oltre il 50, 60% del fatturato in meno: un locale che ha 100 coperti potrebbe mettere tavoli e sedie per 30/40. Quindi, è il ragionamento di tantissimi proprietari, meglio non riaprire.

Per far sentire la propria voce diversi ristoratori e gestori di locali, bar, pub, estetisti, barbieri, ma non solo, in molte parti d’Italia, da Milano a Portofino a San Giovanni Rotondo, stanno simbolicamente consegnando le chiavi dei locali, tra questi anche il noto chef Vissani che ha duramente criticato la decisione del governo. Una protesta destinata ad allargarsi in tutta Italia

In segno di protesta una delegazione che rappresenta circa 2 mila commercianti consegnerà le chiavi di altrettanti locali e ristoranti al Comune di Milano alle 11:30. La delegazione, composta da tre persone per evitare assembramenti, ha raggiunto piazza della Scala sfilando simbolicamente per via Manzoni, zona commerciale del centro di Milano. “Consegneremo 2 mila chiavi di ristoranti, negozi di estetica, parrucchieri, sale cinematografiche al Comune per protesta – ha spiegato il promotore della manifestazione e ristoratore, Alfredo Zini -.

Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole, abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di 4 persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. Anche sui dispositivi di protezione non c’è chiarezza”.

A Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, la delegazione dei commercianti sarà ricevuta dall’assessore al Commercio, Cristina Tajani e dal capo di Gabinetto del sindaco, Mario Vanni. Il Comune non può intervenire sulle riaperture, come sottolineano dall’amministrazione, ma sta mettendo in campo un piano per quando le attività potranno aprire, con la possibilità per le attività di espandersi all’esterno e si sta valutando un abbattimento della Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Per protesta i Ristoranti di Portofino accendono le luci – Anche nella Piazzetta di Portofino si sono riaccese le luci dei ristoranti, ma solo per una sera e per protesta. Sono stati più di un centinaio i partecipanti tra Santa Margherita Ligure e Portofino all’evento “Risorgiamo Italia”, la protesta con cui titolari di bar, pub, ristoranti chiedono al governo di poter riaprire. Dopo la protesta di ieri sera, questa mattina i commercianti hanno simbolicamente consegnato le chiavi dei locali al sindaco di Santa Margherita Donadoni.

“Non ce l’abbiamo con voi sindaci, ma con il governo – precisa Valentina Miroglio, anima della protesta nel Tigullio Occidentale – chiediamo regole certe per poter ripartire e soprattutto regole che ci mettano in condizione di lavorare altrimenti molti non riapriranno”.

A Savona identica protesta con una settantina di persone che, rispettando le distanze di sicurezza imposte per evitare il contagio dal covid, si è presentata alla sindaca Caprioglio: “Non posso legiferare a riguardo ma mi farò portavoce delle vostre istanze”. A Sarzana flash mob in piazza a cui ha partecipato anche la sindaca Ponzanelli. “Manderò una lettera al Presidente del Consiglio per far presente le vostre richieste”, ha detto la primo cittadino che ha aggiunto: “Supportare i Comuni significa poter abbattere le imposte comunali a carico delle imprese e salvare tutti i servizi” Ristoratori e baristi non sono gli unici a chiedere di ripartire. Lo hanno fatti anche i parrucchieri di Sanremo con una manifestazione in piazza l’altro ieri chiedendo di poter tornare a lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza.

Protesta commercianti, sedie vuote in piazza a San Giovanni Rotondo – Sedie vuote posizionate davanti a palazzo di Città, su ognuna delle quali era apposto il nome di un’attività commerciale di San Giovanni Rotondo, nel foggiano. È così che i titolari di esercizi pubblici del paese caro a San Pio hanno aderito all’iniziativa del M.I.O (Movimento Imprese Ospitalità) “Risorgiamo Italia”.

Dopo aver acceso ieri sera le insegne delle loro attività, oggi i commercianti hanno consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività al sindaco Michele Crisetti. “Chiediamo che lo Stato si faccia carico delle nostre interpellanze, rivolte alla riapertura delle attività e alla ripartenza dell’economia in un certo modo” – hanno detto i commercianti “Con queste condizioni – proseguono – anche se ci sarà la possibilità di riaprire, molti di noi non lo faranno perché ci sono delle regole che non ci permettono di avere un afflusso di clientela tale da poter sopportare le ingenti spese”.

Anche il primo cittadino Michele Crisetti ha rivolto un appello alle Istituzioni affinché arrivino aiuti per imprenditori e commercianti cittadini. “Occorre prevedere – afferma Crisetti – interventi ad hoc, commisurati, a questo settore particolare che è il turismo religioso, che ha delle peculiarità da tenere in considerazione quando si elaboreranno strumenti di aiuto e sostegno a questa categoria di imprese”.

Anche lo che Vissani consegna le chiavi del ristorante – Anche Gianfranco Vissani ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi del proprio ristorante di Baschi al sindaco del comune umbro, Damiano Bernardini, nell’ambito della mobilitazione nazionale “Risorgiamo Italia”. Insieme a lui, davanti al municipio, era presente una delegazione di altri sette operatori locali del comparto che hanno aderito all’iniziativa.

Protesta ristoratori Puglia, chiavi a Decaro – Una chiave in cartone che rappresenta le 3.500 chiavi di imprenditori del mondo Ho.re.ca. (hotel, ristoranti e bar) e dei locali di pubblico spettacolo di tutta la Puglia è stata consegnata simbolicamente questa mattina al sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. I ristoratori pugliesi hanno aderito alla manifestazione di protesta organizzata dall’associazione Movimento Impresa per chiedere al Governo misure più incisive per il rilancio del settore dopo questo periodo di lockdown per l’emergenza coronavirus. L’iniziativa, partita da Bari, ha coinvolto 185mila attività di 19 regioni in tutta Italia.”Senza contributi a fondo perduto – spiega Gianni Del Mastro del direttivo nazionale – più del 50% delle attività non ce la farà, con una ricaduta in termini occupazionali di 100mila impiegati pugliesi che rischiano il licenziamento sul totale dei 220mila addetti assunti”.

Silvestroni, consegnate 340 chiavi di chi non riaprirà – “In aula alla Camera ho voluto consegnare 340 chiavi che una volta aprivano le serrande di tanti esercizi commercianti del mio collegio che è il territorio dove vivo e sono cresciuto”. Lo dice il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni. “Sono tante di Albano e della zona dei castelli Romani ma simbolicamente – spiega – quelle di tutte le botteghe Italiane che con le prescrizioni della fase 2 di Conte non potranno più riaprire. Ho ritenuto doveroso farmi loro portavoce perché nonostante tutto non vogliano mollare ma adesso non c’è la fanno più. Quelle chiavi consegnate a Conte e ai suoi esperti, sono i sogni le speranze e i sacrifici dei commercianti italiani, che hanno sempre fatto la loro parte pagando le tasse, difeso i loro dipendenti e retto l’economia della Nazione”.


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