
Un delitto avvolto nel mistero, quello di Boris Nemtsov, storico esponente russo e irriducibile oppositore di Vladimir Putin. Il dissidente russo, ex vicepremier liberale con Boris Ieltsin, è stato ucciso ieri notte in un agguato a pochi passi dal Cremlino.
Uno o più killer, ancora sconosciuti, lo hanno avvicinato centrandolo a morte con quattro colpi di pistola. Stando a quanto riferiscono i media russi, al momento dell’agguato sarebbe stato in compagnia di una donna.

Fisico di formazione, Nemtsov aveva 55 anni e nella seconda metà degli anni ’90 era stato indicato come un possibile delfino di Boris Ieltsin per succedergli al Cremlino.
Già governatore di Nizhni Novgorod, era arrivato a ricoprire importanti incarichi di governo a Mosca imponendosi come un riformatore. Più tardi aveva fondato l’Unione delle Forze di Destra – una formazione liberale – assieme all’ex premier Serghiei Kirienko e all’altro ex vicepremier Anatoli Ciubais, ma a differenza di questi fin dai primi anni 2000 si era poi schierato in una trincea di forte e aperta critica nei confronti di Vladimir Putin. Con il presidente in carica – da lui accusato di autoritarismo – ha duramente polemizzato in tutti questi anni, seppure da posizioni minoritarie nel Paese.
“E’ un omicidio crudele ed una provocazione, le indagini saranno sotto il diretto controllo del leader del Cremlino”, ha fatto intanto sapere Vladimir Putin commentando l’uccisione del suo oppositore.

Mentre gli Stati Uniti condannano il brutale assassinio di Nemtsov, e chiedono al governo russo un’indagine imparziale e trasparente” per “portare coloro che ne sono responsabili davanti alla giustizia”. In una nota della Casa Bianca, Barack Obama afferma di aver “ammirato la coraggiosa dedizione di Nemtsov alla lotta contro la corruzione in Russia e la sua volontà di scambiare il suo punto di vista con me quando ci siamo incontrati a Mosca nel 2009”.
L’ex vicepremier ucciso, non aveva nascosto di temere per la sua vita. Il 10 febbraio scorso affidò al sito “Sobesednik.ru” le sue preoccupazioni: “Ho paura che Putin voglia uccidermi’, disse. Un sospetto che non lo aveva indotto alla cautela; sulla stessa pagina l’ennesima accusa al presidente russo Putin: “E’ il responsabile della guerra in Ucraina”.
Yury Barmin, stretto amico di Nemtsov su twitter parla di “complotto” e di una “inquietante” coincidenza.
L’omicidio di stanotte, scrive “è avvenuto esattamente 20 anni dopo l’assassinio di Vladislav Listyev”, il popolare giornalista di “Channel 1” ucciso a colpi di pistola il 1 marzo del 1995 nelle scale del suo condominio a Mosca.
Here’s a conspiracy: #Nemtsov‘s murder happened exactly 20 years after Vlad Listiev (head of Channel 1) had been murdered (March 1, 1995)
— Yury Barmin (@yurybarmin) 28 Febbraio 2015
Anche Listyev come Nemtsov era un “oppositore” del governo russo. A quei tempi Putin era a capo del Kgb, i servizi segreti del Cremlino. Il killer del cronista non hanno preso né denaro né oggetti dalle sue tasche, facendo sospettare gli amici che si sia trattato di un omicidio politico.