29 Marzo 2024

Papa Francesco all'Onu: "Casa, terra, lavoro" Da Ground Zero chiede "Pace"

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Il messaggio di Papa Francesco all’Onu

“Casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all’educazione e gli altri diritti civili”. Sono queste le richieste dei poveri e dei deboli del mondo delle quali Papa Francesco si è fatto interprete alla 70esima Assemblea Generale dell’Onu, nell’ambito della sua vsita negli Stati Uniti.

“La misura e l’indicatore più semplice e adeguato dell’adempimento della nuova Agenda per lo sviluppo sarà – ha assicurato – l’accesso effettivo, pratico e immeditato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazione propria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata e acqua potabile; libertà religiosa e, più in generale, libertà dello spirito ed educazione”. “Pilastri dello sviluppo umano integrale che – ha sottolineato – hanno un fondamento comune, che è il diritto alla vita, e, in senso ancora più ampio, quello che potremmo chiamare il diritto all’esistenza della stessa natura umana”.

Quello di Francesco è stato un intervento molto articolato, in spagnolo, che ha assunto un tono drammatico quando ha ripetuto l’allarme sui rischi dell’autodistruzione e sul prezzo altissimo pagato dai poveri all’inquinamento lanciato con l’enciclica “Laudato si”. “Alzo la mia voce – ha detto – insieme a quella di tutti coloro che aspirano a soluzioni urgenti ed efficaci” riguardo ai cambiamenti climatici e alla necessità di fermare l’inquinamento atmosferico. Secondo il Papa, “l’abuso e la distruzione dell’ambiente, allo stesso tempo, sono associati ad un inarrestabile processo di esclusione”. Mentre, “la crisi ecologica, insieme alla distruzione di buona parte della biodiversità, può mettere in pericolo l’esistenza stessa della specie umana”.

VIDEO PAPA FRANCESCO ALL’ONU

Narcotraffico (definito una vera “guerra” dalle immani proporzioni e potenzialità distruttive) e la tratta di donne e bambini (violentati e prostituiti quando non anche fatti a pezzi per venderne gli organi) sono i “flagelli” che la Comunità Internazionale deve debellare con urgenza, ha elencato Francesco, per il quale un’azione non armata ma efficace è necessaria anche a difesa dei cristiani perseguitati e di chi in Medio Oriente e Africa condivide la loro triste sorte, in primis i musulmani moderati, cioè “quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall’odio e dalla pazzia, sono stati obbligati ad essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti nell’alternativa di fuggire o di pagare l’adesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitù”.

“Non mancano gravi prove delle conseguenze negative di interventi politici e militari non coordinati tra i membri della comunità internazionale”, ha avvertito il Papa chiedendo peraltro alle grandi potenze “un serio esame di coscienza” davanti alle tragedie in atto in Ucraina, Siria, Iraq e Libia. Dietro tutto questo male c’è sempre un interesse economico, a partire da quello dei produttori e commercianti di armi. Il Papa ha quindi denunciato “le nefaste conseguenze di un irresponsabile malgoverno dell’economia mondiale, guidato unicamente dall’ambizione di guadagno e di potere”. “Non mancano . Ha aggiunto – gravi prove delle conseguenze negative di interventi politici e militari non coordinati tra i membri della comunità internazionale”.

E la realtà odierna “contrasta fortemente” con la Carta dell’Onu. Secondo Francesco, che ha invocato uno stop alle armi nucleari salutando con soddisfazione l’accordo raggiunto dall’Onu con l’Iran, “un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca, e potenzialmente di tutta l’umanità, sono contraddittori e costituiscono una frode verso tutta la costruzione delle Nazioni Unite, che diventerebbero Nazioni unite dalla paura e dalla sfiducia”.

Dicendosi favorevole a una riforma che adegui le istituzioni dell’Onu alle esigenze dei tempi, il Papa ha poi riassunto: “non possiamo permetterci di rimandare ‘alcune agendè al futuro. La realtà ci chiede decisioni critiche e globali di fronte ai conflitti mondiali che aumentano il numero degli esclusi e dei bisognosi”. E in merito Bergoglio ha citato dopo i suoi predecessori (anche all’Onu) Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI anche “il Gaucho Martin Fierro, un classico della letteratura della sua terra natale, che canta: “I fratelli siano uniti perchè questa è la prima legge. Abbiano una vera unione in qualsiasi tempo, perchè se litigano tra di loro li divoreranno quelli di fuori”.

Lasciato il Palazzo di Vetro, questa consapevolezza Francesco ha poi trasmesso anche nella visita-pellegrinaggio al Ground Zero dove ha incontrato i 12 leader religiosi in rappresentanza delle fedi di appartenenza delle quasi 3000 vittime dell’11 settembre, che lo hanno accolto nell’antro ricavato dalle fondamenta che resistettero al crollo delle Torri Gemelle, dopo l’attacco dell’11 settembre 2001.

“Chiediamo al cielo il dono di impegnarci per la causa della pace. Qui, in questo luogo della memoria, ciascuno nella sua maniera, ma insieme”, ha detto Bergoglio. Durante l’incontro interreligioso sono state lette 5 meditazioni sulla Pace (indù, buddista, sikh, cristiana, musulmana), e una preghiera ebraica per i defunti. I rintocchi delle campane, gli interventi appassionati degli esponenti delle varie religioni, evocavano sentimenti di grande commozione.

“Nessuno ha il diritto di alzare la mano sul fratello. Nessuno – ha gridato il rabbino nell’accorata orazione rivolta al Padre dei cieli- può togliere in nome di Dio, la vita agli altri. Le religioni sono strumento di pace, non di divisione”. Secondo il Papa, “nelle differenze, nelle discrepanze è possibile vivere in un mondo di pace”. Davanti ad ogni tentativo di rendere uniformi è possibile e necessario riunirci dalle diverse lingue, culture, religioni e dare voce a tutto ciò che vuole impedirlo”. “Insieme oggi – ha rilevato – siamo invitati a dire: no ad ogni tentativo uniformante e si ad una differenza accettata e riconciliata.

Per questo scopo abbiamo bisogno di bandire i nostri sentimenti di odio, di vendetta, di rancore. E sappiamo che ciò è possibile soltanto come un dono del cielo”. L’auspicio del Papa, che si è detto emozionato per l’incontro con i familiari delle vittime e dei soccorritori eroici, è che il Ground Zero, teatro dell’attacco alle Torri Gemelle e tomba per 2974 persone innocenti, da “luogo di morte si trasformi anche in un luogo di vita, di vite salvate, un canto che ci porta ad affermare che la vita è sempre destinata a trionfare sui profeti della distruzione, sulla morte, che il bene avrà sempre la meglio sul male, che la riconciliazione e l’unità vinceranno sull’odio e sulla divisione”.


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