Almeno 12 militari, tra cui soldati iraniani, sono stati uccisi nei raid missilistici compiuti nella notte contro la base aerea Tayfur vicina ad Homs, nella Siria centrale, e da varie fonti, Russia in testa, attribuito a Israele.
Secondo media panarabi degli Emirati Arabi Uniti (Sawt ad Dar), dell’Arabia Saudita (Ikhbariya) e dell’Iran e degli Hezbollah (al Mayadin), il raid non è da collegarsi al presunto attacco chimico di sabato a est di Damasco e in cui sarebbero morte circa 70 persone. Ma, secondo le stesse fonti, sarebbe uno dei raid periodici condotti da Israele contro basi iraniane e di Hezbollah in Siria.
Anche la tv di Stato siriana ha affermato che a condurre l’attacco sono stati caccia israeliani, aerei F-15. In precedenza media siriani avevano ipotizzato si fosse trattato di una operazione militare americana.
Anche Mosca accusa Israele: due aerei F-15 dell’Aeronautica israeliana – scrive la Tass – hanno effettuato un raid con otto missili guidati contro l’aerodromo siriano T-4, ha detto il ministero della Difesa russo. L’attacco è avvenuto dal Libano. Le difese aeree siriane hanno distrutto cinque missili guidati. Mosca segnala che “nessun consulente” militare russo è tra le vittime.
Il presidente Donald Trump ha promesso che Damasco pagherà “un grande prezzo” per il sospetto attacco chimico. Negli ultimi anni Israele ha effettuato diversi raid sulla Siria. Ieri un presunto attacco chimico su Duma, denunciato da una Ong, avrebbe provocato la morte di una settantina di persone, tra cui donne e bambini. Ma la notizia secondo molti media non occidentali non troverebbe fondamento.