Si scava incessantemente sotto le macerie, è in condizioni climatiche proibitive. E’ una ecatombe tra Turchia e Siria, dove lunedì notte e a mezzogiorno 6 Febbraio si sono verificate due scosse devastanti di magnitudo 7.9 e 7.6 che hanno raso al suolo migliaia tra palazzi residenziali, hotel, ospedali e altre strutture. Il bilancio provvisorio finora è di oltre 5mila morti, oltre ventimila feriti, e decine di migliaia di sfollati. Gente che ha perso tutto, tra persone care, abitazioni e oggetti di grande valore affettivo.
I soccorritori scavano anche a mani nude perché in alcuni casi usare gli escavatori potrebbe essere un grosso rischio per chi è ancora là sotto. Si sentono gemiti, flebili richiami di aiuto sotto tonnellate di cemento sui corpi di persone ancora in vita incastrati sotto qualche intercapedine e piccoli spazi tra un solaio e un altro. Durante la devastante scossa notturna, c’è chi ha potuto prendere il cellulare e prova a utilizzarlo per chiedere aiuto.
E’ corsa contro il tempo, poiché la neve e il freddo rigido non sono di aiuto, anzi. Finora dai cumuli di macerie sono state estratte vive circa diecimila persone. Il bilancio delle vittime potrebbe molto più pesante. C’è chi ipotizza venti o trentamila morti. Una catastrofe.
Le scosse di assestamento hanno intensità notevole, da magnitudo 4 fino a 6. E sono scosse che possono far crollare qualche edificio già fortemente compromesso dalle scosse di ieri.
Man mano che passano le ore in Turchia arrivano soccorritori e aiuti umanitari. In Siria di meno, ma c’è il sostegno della Russia, arrivata tra i primi ad Ankara e a Damasco, e di pochi altri paesi.
I potenti sisma di ieri hanno provocato lo spostamento del territorio dell’Anatolia di circa dieci metri. Una faglia lunga centinaia di chilometri che si connette e scivola su quella asiatica e araba. La crosta terrestre continua a tremare, mentre milioni di persone sono terrorizzate che possa arrivare qualche replica più forte.