1 Aprile 2023

La Cina agli Usa: “Washington levi le sanzioni alla Siria dopo il sisma”

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Gli Usa “dovrebbero mettere da parte l’ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe”.

E’ la richiesta della Cina a Washington a seguito del violento terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria.

“Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.

La Siria sta avendo enorme difficoltà negli aiuti umanitari a causa dell’embargo occidentale. Ad Aleppo e in altri centri a nord del paese è una catastrofe umanitaria. Manca tutto. Sul posto ci sono i russi, impegnati anche in Turchia, e poche altre associazioni di volontariato.

Intanto, continua a salire drammaticamente il bilancio delle vittime nei due paesi. Secondo una stima ancora provvisoria i morti sarebbero 11.700. Quasi quarantamila i feriti e centinaia di migliaia di sfollati che hanno letteralmente perso tutto. Si teme tuttavia che le vittime possano essere decina di migliaia.

Ritardi nei soccorsi, Erdogan fa mea culpa

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan fa mea culpa sulla macchina dei soccorsi dopo che si erano levate critiche sulla lentezza nel raggiungere alcune delle aree colpite. “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”, ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. “Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse – ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro”, ha detto il presidente turco.

Circa 300mila persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa del terremoto,  hanno riferito i media statali siriani. Il numero, riporta il Guardian, sembra essere un riferimento solo alle parti della Siria sotto il controllo del governo, non a quelle controllate da altre fazioni nel nord-ovest del Paese, che è più vicino all’epicentro del terremoto di lunedì.

Bare di metallo verde sono allineate 10 alla volta sotto una tettoia nel cimitero principale di Gaziantep, in Turchia, in attesa che un imam le benedica prima di una frettolosa sepoltura. Mentre i soccorritori sono al lavoro nella speranza di trovare ancora persone vive, il cimitero di Yesilkent trabocca di parenti in lutto giunti da tutta la regione nella città vicina all’epicentro del sisma. Il numero di vittime da seppellire è così alto che il sindaco di Gaziantep, Fatma Sahin, ha lanciato un appello affinché più predicatori musulmani si facciano avanti per aiutare con i funerali nei cimiteri.


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