28 Marzo 2024

Sisma, finora ventimila vittime. Si ipotizzano oltre 50mila morti, stima al ribasso

Si pensa che sotto le macerie potrebbero esserci circa 200mila persone o di più, le quali per il tempo trascorso dalle scosse avrebbero scarse possibilità di farcela. I soccorritori comunque non demordono e proseguono a scavare giorno e notte senza soste nella speranza di salvare quante più vite possibili

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Un’ecatombe di dimensioni inimmaginabili. È salito a oltre 20mila vittime il bilancio, ancora provvisorio, del devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria, secondo i dati ufficiali.

Le speranze di trovare sopravvissuti sotto le macerie cominciano ad affievolirsi. Si teme che il bilancio possa essere molto più pesante: si ipotizzano decine di migliaia di vittime, oltre 50mila morti, stima al ribasso, se si pensa che sotto le macerie potrebbero esserci circa 200mila persone o di più, che per il tempo trascorso dalle scosse avrebbero scarse possibilità di farcela a causa del freddo e del gelo (che provocano l’ipotermia), oltretutto senza cibo, né acqua, né coperte. Una catastrofe.

I feriti sono decina di migliaia e gli sfollati potrebbero arrivare a mezzo milione, forse molti di più. Migliaia gli edifici rasi al suolo dal sisma. Molti centri non sono stati ancora raggiunti a quasi quattro giorni dalle due potenti scosse.

Tuttavia, ricerche dei possibili superstiti continuano in Turchia e in Siria, nonostante siano state superate circa 80 ore di tempo dalla prima, principale e devastante scossa di magnitudo 7.9 del 6 febbraio: la soglia convenzionale di tempo per ritrovare persone ancora in vita sarebbe di 72 ore. Certo, possono esserci eccezioni, ma il tempo, il clima rigido e le enormi difficoltà nei soccorsi sono fattori che giocano a sfavore di quella povera gente.

Ci sono ancora salvataggi di uomini, donne e bambini, ma secondo testimonianze dei soccorritori i gemiti che si sentivano fino a mercoledì iniziano man mano a non udirsi più. Tuttavia i caschi rossi non demordono e in condizioni climatiche proibitive, continuano a scavare senza soste, giorno e notte.

L’agenzia turca per la gestione dei disastri, Afad, fa sapere che sono state registrate quasi 650 scosse di assestamento dai due terremoti di magnitudo 7,9 e 7,6 di lunedì tra Turchia e Siria, rendendo gli sforzi di soccorso ancora più difficili e pericolosi mentre le squadre di emergenza continuano le operazioni di ricerca per intercettare eventuali altri sopravvissuti.

Le scosse di assestamento sono tremori più piccoli che seguono un terremoto più grande, nella stessa area, mentre la crosta terrestre spostata si adatta dopo la scossa principale. Diminuiscono costantemente in grandezza e frequenza secondo dati scientifici, ma possono continuare per giorni o addirittura settimane.

In Turchia il presidente Erdogan ha ammesso gli errori dei ritardi nei soccorsi, ma la situazione più critica e catastrofica è in Siria, dove arrivano pochi aiuti di altrettanti pochi paesi, che si contano sulle dita: Russia, India, Pakistan, Libano, e Emirati. Il “democratico” occidente è totalmente assente. Nei giorni scorsi è scoppiata la polemica con il ministro degli esteri siriano che ha accusato gli Usa e l’Ue di “ostacolare gli aiuti”, per via delle sanzioni unilaterali imposte a Damasco.

La Cina ha chiesto a Washinghton di rimuovere l’embargo per dare modo di far giungere immediati aiuti nel nord della Siria. La situazione più critica è ad Aleppo, città divisa tra le fazioni ribelli e il governo di Assad.

Gli aiuti di emergenza in Siria “non devono essere politicizzati”, parte degli aiuti di emergenza passerà oggi attraverso il valico tra Turchia e Siria”, ha dichiarato l’Organizzazione delle Nazioni unite.


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