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La Russia ha aperto un’inchiesta penale contro i giudici della Corte dell’Aja

A deciderlo è stato il Comitato Investigativo russo che ha aperto una indagine nei confronti del Procuratore della Corte dell'Aja Karim Ahmad Khan e i giudici Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala e Sergio Gerardo Ugalde Godinez che avevano emesso un mandato di arresto contro il presidente Putin e la commissaria per l'Infanzia presso il Cremlino

Le autorità russe hanno avviato un procedimento penale contro il pubblico ministero e i giudici della Corte penale internazionale che nei giorni scorsi hanno emesso un mandato di arresto per il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e la commissaria per l’infanzia presso il Cremlino per presunte “deportazioni” di bambini dal Donbass verso la Russia. Lo fa sapere l’Ambasciata russa in Italia. Mosca non riconosce la giurisdizione della Corte e sul piano legale lo definisce nullo.

A deciderlo è stato il Comitato Investigativo russo che ha aperto una inchiesta penale nei confronti del Procuratore della Corte dell’Aja Karim Ahmad Khan e i giudici Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala e Sergio Gerardo Ugalde Godinez.

“Il 22 febbraio 2023 – si legge in una nota -, il Procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Ahmad Khan, nell’ambito di un’indagine penale, ha inviato una petizione alla Seconda Camera Preliminare della Corte penale Internazionale per ottenere un mandato di arresto per cittadini della Federazione Russa.

Sulla base di questa petizione, i suddetti giudici della Corte Penale Internazionale hanno emesso decisioni illegali per arrestare il Presidente della Federazione Russa e la Commissaria per i Diritti dei Bambini della Federazione Russa presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa. L’azione è ovviamente illegale, poiché non sussistono motivi di responsabilità penale.

In conformità con la Convenzione del 14-12-1973 sulla prevenzione e repressione dei reati contro persone che godono di protezione internazionale, i Capi di Stato godono di assoluta immunità rispetto alla giurisdizione di Stati stranieri.

Le azioni del procuratore della Corte Penale Internazionale presentano elementi criminosi ai sensi del comma 2 dell’art. 299, del comma 1 dell’art. 30, del comma 2 dell’art. 360 del Codice Penale della Federazione Russa, ovvero non è legale imputare a una persona palesemente innocente una responsabilità penale, accusandola inoltre illegalmente di aver commesso un crimine grave o particolarmente grave, così come è illegale predisporre un attacco a un rappresentante di uno Stato straniero che ha diritto alla protezione internazionale con l’obiettivo di creare tensioni nelle relazioni internazionali.

Le azioni intraprese dai giudici della Corte Penale Internazionale presentano elementi criminosi ai sensi del comma 2 dell’art. 301, comma 1 dell’art. 30, comma 2 dell’art. 360 del Codice Penale della Federazione Russa, ovvero commettono un atto consapevolmente illegale di custodia cautelare, nonché intraprendono un attacco a un rappresentante di uno Stato straniero che ha diritto alla protezione internazionale al fine di creare tensioni nelle relazioni internazionali”, conclude l’ambasciata russa in Italia.

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