2 Dicembre 2023

Israele dice a oltre 1,1 milioni di palestinesi di trasferirsi a sud di Gaza. Esodo massiccio

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Paura e confusione a Gaza dopo che l’esercito israeliano ha detto a più di un milione e centomila palestinesi intrappolati che vivono nel nord dell’enclave assediata di spostarsi a sud entro 24 ore prima della prevista offensiva di terra. Lo riporta Al Jazeera.

L’ONU afferma che il trasferimento di massa è “impossibile” e potrebbe avere conseguenze devastanti. Hamas definisce l’avvertimento israeliano “falsa propaganda” e dice ai residenti di ignorare l’ordine. Ma sono migliaia i palestinesi che si sono messi in marcia verso sud, anche a piedi e con quel poco che riescono a portare in spalla.

La mossa del governo di Tel Aviv sarebbe quella di evacuare i civili per poter procedere all’offensiva militare di terra a nord della Striscia.

Intanto a Beirut, il ministro degli Esteri iraniano afferma che la guerra potrebbe aprirsi su “altri fronti” se i bombardamenti su Gaza continuano. Almeno 1.537 palestinesi uccisi e 6.612 feriti è il bilancio degli attacchi aerei israeliani su Gaza. Il numero delle persone uccise in Israele ha raggiunto quota 1.300, secondo quanto scrive l’emittente.

“Gaza sta affrontando una catastrofe umanitaria e sanitaria”, ha affermato in una nota il ministro della Sanità palestinese Mai al-Kaila, esortando tutti i paesi e i gruppi per i diritti umani ad aiutare con l’ingresso immediato di aiuti medici e di emergenza nell’enclave palestinese sotto assedio.

L’Agenzia Nazioni Unite per il soccorso: “Non siamo in grado di gestire rifugi sovraffollati a Gaza”

“Oltre 170.000 persone sono nei nostri rifugi in cui non possiamo più lavorare”, ha detto ad Al Jazeera Tamara al-Rifai, portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA). “Pertanto al momento non siamo in grado di assisterli”.

Al-Rifai ha detto che l’agenzia è allarmata dall’ordine israeliano di evacuare 1,1 milioni di persone nel nord di Gaza nella parte meridionale della Striscia, aumentando la tensione a cui sono già sottoposte le strutture delle Nazioni Unite.

L’UNRWA ha respinto le voci secondo cui il suo personale avrebbe lasciato la Striscia assediata e ha affermato che altro personale si era trasferito attorno al valico di frontiera di Rafah per “spingere per lo spazio umanitario”.

Il portavoce ha affermato che la sicurezza del personale umanitario deve essere garantita. “Gli operatori umanitari devono essere in grado di svolgere il proprio lavoro e di farlo in sicurezza”, ha affermato.


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