29 Marzo 2024

Luigi De Magistris vince al Tar e torna a fare il sindaco di Napoli

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Luigi De Magistris torna sindaco di Napoli
Luigi De Magistris torna sindaco di Napoli (photo Ansa/Fusco)

“Napoli ha vinto”. Ha vinto lui, Luigi De Magistris che ha nei fatti sconfitto “l’ingiusta” legge Severino. Il Tar, sul ricorso presentato dall’ex pm di Catanzaro e sindaco di Napoli, ha deciso di inviare gli atti alla Consulta per non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale degli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235 e ha sospeso l’efficacia del provvedimento fino alla Camera di Consiglio successiva alla decisione della Consulta.

La prima sezione del Tribunale amministrativo della Campania, presidente Cesare Mastrocola, era stata sollecitata ad esprimersi sul ricorso presentato dal sindaco partenopeo contro il provvedimento del prefetto di Napoli che lo scorso primo ottobre lo aveva sospeso dalla carica di sindaco del capoluogo partenopeo in base alla Legge Severino.

Applausi e grida di gioia dall’ufficio di Luigi de Magistris, a Palazzo San Giacomo, reintegrato nelle funzioni di sindaco di Napoli dai giudici del Tar. La sentenza era attesa da una settimana. Una settimana lunga quella di de Magistris che, nonostante il rinvio dei giudici, ha continuato a fare il sindaco “di strada” come si è definito dopo il provvedimento di sospensione.

A settembre de Magistris è stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi non in veste di sindaco, ma per presunti reati commessi da ex sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro ai tempi dell’inchiesta Why Not, indagine da cui sarebbero emerse violazioni contro alcuni parlamentari.

Da “grande accusatore” in pochi anni è passato a “grande accusato” per mano di suoi ex colleghi, dai media e soprattutto da tutta quella parte politica e imprenditoriale in presunta commistione con altri poteri che era stata passata al setaccio durante le sue inchieste.

All’indomani della condanna, arrivarono richieste di dimissioni da tutti gli angoli della penisola. Ma il sindaco “di strada” ha rispedito ai mittenti l’invito. Infatti, se c’è una legge (la Severino) che ti dimette, perché dimettersi? [Leggi perché ha fatto bene a non dimettersi].

Così il sindaco sospeso ha fatto ricorso al Tar è per adesso ha vinto mettendo in discussione tutto l’impianto normativo della cosiddetta Severino. Se avesse ceduto alle pressioni mediatiche delle dimissioni, Napoli sarebbe stata destinata a lunghi periodi di caos e anarchia dove camorra e avvoltoi l’avrebbero fatta da padroni.

“Sono emozionato. Era un provvedimento molto atteso”. Queste le prime parole del sindaco Luigi de Magistris appena saputa la notizia del reintegro. Ad accoglierlo in sala Giunta un lungo e caloroso applauso dai suoi assessori, consiglieri comunali e molta gente comune.

”Continuero’ a fare il sindaco di strada”, è il suo impegno. ”In questo mese sono stato quasi esclusivamente per strada e questo mi ha molto rigenerato e rappresenterà una svolta nel mio modo di fare il sindaco nei prossimi mesi. Meglio stare tra la gente che a palazzo. Napoli è una città che non si piega e la mia è una vicenda surreale”ha detto poi detto in una conferenza stampa. “Ho subito troppe ingiustizie da uomo delle istituzioni – ha sottolineato – una delle più grandi dal Csm presieduto dal Capo dello Stato”.

”Credo – ha evidenziato De Magistris – che sia necessario che si riapra il dibattito sulla legge Severino”. Il provvedimento del Prefetto era stato emesso a seguito dell’applicazione della legge dell’ex ministra montiana dopo la condanna in primo grado di De Magistris per l’inchiesta “Why not”.

“Dalle istituzioni mi viene riconosciuto il diritto costituzionale di poter continuare a fare il sindaco, incarico che mi era stato conferito dai miei cittadini nel 2011 e che vorrei portare a termine fino al 2016”. Un reintegro che, ha sottolineato l’ex pm, ”in parte lenisce la ferita che le istituzioni mi avevano inferto. Nonostante tutto resto un uomo delle istituzioni, sebbene in pochi dalle istituzioni in questi giorni si siano fatti sentire”.


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