“Chiedo formalmente a Giovanni Toti di impegnarsi in maniera diretta e personale per sostenere a Bruxelles la Zona economica speciale a Gioia Tauro, su cui anche oggi abbiamo registrato un accorato appello di Confindustria”. La sollecitazione arriva dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Jole Santelli, nel corso di un incontro a Lamezia Terme a sostegno della candidatura di Wanda Ferro alla presidenza della Regione Calabria, rivolgendosi all’europarlamentare e consigliere politico di Silvio Berlusconi.
“Gioia Tauro – sottolinea la parlamentare azzurra – oggi è uno straordinario porto di transhipment ma, quanto alle ricadute sul territorio, è una sorta di fantasma. Quello che noi vogliamo è che la Zes venga istituita perché può rappresentare lo strumento in grado di trasformare questa infrastruttura nel volano dello sviluppo del territorio calabrese, un’opportunità vera per far ripartire l’economia reale della Calabria, facendo assumere – ha concluso la Jole Santelli – alla nostra regione un ruolo baricentrico nel bacino del Mediterraneo”.
Di Zona economica speciale (Zes) ne parlò anche l’ex presidente della giunta regionale calabrese, Giuseppe Scopelliti quando il governo Letta decise d’intesa con l’Opac il trasbordo delle armi chimiche siriane a Gioia Tauro.
La Zes è una sorta di “zona franca”, a fiscalità di vantaggio come ne esistono molte sul pianeta. Un’area dotata di una legislazione economica diversa dalla normativa in vigore nel paese di appartenenza. In genere sono create per attrarre maggiori investimenti stranieri proprio in virtù dello status speciale che prevede vantaggi tributari e maggiore autonomia nella gestione delle attività legate al commercio internazionale.
Il Porto di Gioia Tauro, ha tutte le carte in regola per essere trasformata in Zes. E’ sufficiente la volontà politica. Quello calabrese è il primo porto nel Mediterraneo, il terzo d’Europa dopo Rotterdam e Amburgo con un movimento di container che ha superato negli anni pre-crisi i 3 milioni e mezzo.
Oggi si configura, come dice a ragione la Santelli, come un “porto fantasma”, dedito al traffico illecito di stupefacenti, rifiuti e merci contraffatte per un giro vorticoso di denaro gestito interamente dalla ‘Ndrangheta che, evidentemente, è riuscita a penetrare laddove lo Stato avrebbe perso il totale controllo.