
“Escludo che possa esserci una crisi (di governo), mi hanno sempre insegnato male non fare paura non avere: abbiamo da realizzare riforme importanti”. Lo ha detto il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ad Agorà Estate precisando che “l’unica cosa che dico è che è meglio vedersi, anzichè parlarsi, è giusto che (con Matteo Salvini) ci incontriamo, ci chiariamo e andiamo avanti, oggi, perché oggi c’è il consiglio dei ministri ed il tavolo autonomia”, ha spiegato il capo del M5s dopo le fibrillazioni tra i due alleati sul caso dei presunti fondi russi alla Lega e dopo che i pentastellati sono stati decisivi nell’elezione del nuovo Commissario Ue Ursula von der Leyen, sostenuta dalla sinistra e dal Ppe. Votazione che non è affatto piaciuta al Carroccio che con Salvini è andato all’attacco: “Il M5s ha votato, con Renzi e Berlusconi, la candidata di Merkel e Macron. Hanno tradito gli italiani”, aveva detto il leader leghista.
“Se avessi sospetti su Salvini non sarei al governo”, ha detto ancora Di Maio a proposito sulla questione dei presunti fondi russi e la Lega, ricordando che Matteo Salvini ha affermato che “prima del 24 andrà in Parlamento”, e annunciando una Commissione di inchiesta sui fondi avuti da tutti i partiti: “incluso il nostro”, ha precisato.
“Credo che i cittadini vogliano sapere che cosa succede sulle tasse, sul costo del lavoro, sul canone Rai, sulla sanità. Portiamo ai cittadini soluzioni non problemi”. Sul salario minimo, dice Di Maio: “Durigon (sottosegretario leghista al Lavoro, ndr), mi permetta di dire che è semplice affermare se si guadagnano 13 mila euro al mese non facciamo una legge per chi guadagna 2 o 3 euro l’ora: ma il salario minimo è anche nel programma della Lega. Io dico solo facciamo la legge di bilancio con il salario minimo e la riduzione del cuneo fiscale. “Stiamo solo pensando ai nostri consiglieri comunali che dopo l’esperienza fatta è giusto che possano portarla altrove. Per il resto il secondo mandato non è in discussione”. Così, il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha proposito della regola nel M5S che limita a due i mandati politici per gli esponenti del movimento, precisando: “Io resterò capo politico del Movimento, fino a quando non scadrà il mio mandato. Poi magari potrò anche ricandidarmi, si vedrà”.
Durigon (Lega), contratto di governo non basta più. Serve visione più forte – “Abbiamo messo i punti sulle ‘i’, se vogliamo continuare a lavorare c’è bisogno di Sì che sono importanti per poter passare all’attuazione. Vediamo cosa succede nei prossimi giorni, siamo due forze politiche diverse, ci siamo unite con un contratto ma non basta più un contratto: serve anche una visione di intenti più forte”, ha sottolineato il sottosegretariato leghista al Lavoro, Claudio Durigon, a margine di un’iniziativa presso la Cgil, parlando dei rapporti tra le due forze di governo.