25 Aprile 2024

Il Riformista: “Dalla Philip Morris 2 milioni a Casaleggio”. La Associati: “Teorie false e fantasiose”

Scoppia il caso sollevato dal quotidiano diretto da Piero Sansonetti. Il dubbio è che ci possa essere stato un conflitto d'interessi. Ma Davide Casaleggio non ci sta e annuncia azioni legali

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La Casaleggio associati avrebbe incassato circa due milioni di euro dal colosso del tabacco Philip Morris Italia al fine di avere una tassazione agevolata tramite gli interventi del M5s. A riportare la notizia è il “Il Riformista” che ha titolato il giornale ieri in edicola “Scoppia Cinquestellopoli”. La Casaleggio si difende: “Teorie fantasiose” e preannuncia azioni legali.

Secondo il giornale diretto da Piero Sansonetti si tratta di “una cifra impressionante, riferita ad un periodo di fatturazione, da noi analizzato, compreso tra il settembre 2017 e lo scorso mese di ottobre 2020. Il rapporto di consulenza tra il gigante mondiale dell’industria del tabacco e la Casaleggio Associati riveste carattere di continuità: le fatture non sono relative ad un evento specifico ma regolarmente cadenzate nel tempo.”

Sempre secondo il quotidiano i pagamenti che sarebbero stati verificati sarebbero 49, “molti dei quali da 50.000 euro tondi, alcuni minori ed altri, in particolare la fattura di fine anno, staccata a fine novembre, di 140.000 euro”.

“La media dei bonifici partiti da Philip Morris e ricevuti dalla società di Davide Casaleggio è stata nel tempo di 40.000 euro al mese nel periodo esaminato”, si legge ancora sul Riformista.  “Rispetto all’arco di tempo tra il 2017 e il febbraio 2018 si nota un incremento nelle cifre versate a partire dal marzo 2018, quando il Movimento Cinque Stelle va al governo con la Lega”.

“Sarà un caso, – spiega il quotidiano – ma quando la settimana scorsa è esploso il caso dell’europarlamentare Dino Giarrusso, lo stesso s’è abbandonato a uno sfogo dal sen fuggito: «Ho ricevuto un contributo come tutti i parlamentari del Movimento. Io odio il fumo, non ho nulla a che fare con la lobby del tabacco. Ho pensato solo: se hanno finanziato tutti gli eletti alle politiche del 2018, potranno finanziare anche me».

Secondo “il Riformista” il colosso del tabacco avrebbe effettuato questi presunti versamenti per ottenere una riduzione delle tasse tramite interventi del Movimento 5 stelle al governo.

“Nel 2014, – si legge ancora nell’articolo – quando il primo prodotto da tabacco bruciato compare sul mercato italiano, la riduzione è del 50%. Quando il Movimento Cinque Stelle vince le elezioni del 4 marzo 2018 e dà vita al primo governo Conte, ecco che lo sconto sulle accise si riduce di un ulteriore 25%, diventando così del 75%. A dispetto della valutazione delle autorità sanitarie, che nello stesso periodo chiedono alle case produttrici di approfondire test ed esami clinici, la liquidità che viene garantita dal minor gettito si fa gigantesca. Per intenderci: se un pacchetto di sigarette tradizionali costa 5 euro, 4 sono quelli che vanno all’erario, tra accise ed Iva. 50 centesimi vanno al tabaccaio, come agio. Il margine per il produttore è di 50 centesimi a pacchetto venduto. Per i prodotti da tabacco riscaldato, no: il pacchetto costa 4,50 euro in media. Al tabaccaio vanno anche in questo caso 50 centesimi. Ma all’erario va meno. Diciamo 1,50 euro. Il margine per Philip Morris è di 2,50 euro per ciascun pacchetto venduto; non a caso il marketing delle grandi aziende di tabacco è così fortemente orientato su quei prodotti”.

Nel caso specifico di Philip Morris, – si legge su Repubblica – la multinazionale in questi anni ha beneficiato di una tassazione agevolata che riguarda le sigarette elettroniche, commercializzate attraverso il marchio Iqos. E quando un emendamento al “decreto rilancio” proposto dalla sinistra di LeU ne propose un correttivo, qualcuno ha fatto muro. Chi? Il quotidiano diretto da Piero Sansonetti lo fa intendere, cioè qualcuno del M5S, ma non lo dice. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, fu la viceministro all’Economia Laura Castelli a porre un veto, sostenuta da Italia Viva.

La difesa della Casaleggio Associati
“Leggo un ennesimo attacco a Casaleggio Associati con teorie fantasiose e ho già dato mandato ai miei legali di procedere con una querela nei confronti di chi ha diffamato me e la società”. Lo dice all’Adnkronos Davide Casaleggio, commentando un articolo apparso su ‘Il Riformista’, dove si parla di pagamenti per circa 2 milioni di euro da Philip Morris alla Casaleggio Associati.

“Affrontiamo pure il tema del conflitto di interesse, a partire dai 120 parlamentari che possiedono un’azienda e firmano leggi”, continua Casaleggio, che conclude: “Io non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze. Questi sono i fatti”.

Il commento di Piero Sansonetti, direttore del Riformista
Il direttore del Riformista Piero Sansonetti commenta il caso pubblicato sul suo giornale. “Philip Morris, la più grande multinazionale del tabacco, ha versato circa 2milioni di euro, come risulta a noi, forse molti di più, non possiamo dirlo, alla Casaleggio Associati, deus ex machina del Movimento 5 stelle, al santuario, alla casa del potere del Movimento 5 Stelle, che gentilmente ha dimezzato le tasse sulle sigarette elettroniche, portando un vantaggio di centinaia di centinaia di milioni alla Philip Morris e ha contraccambiato”.

“È un reato o no? – ha continuato il direttore – Io non faccio il magistrato lo sapete, però di una cosa sono certo: se questa notizia fosse uscita un po’ di tempo fa, e non avesse riguardato la Casaleggio e i Cinque Stelle ma avesse riguardato per esempio Renzi o Berlusconi, non solo sarebbe successa l’ira di Dio, ma l’inchiesta giudiziaria sarebbe stata aperta immediatamente, forse anche da più di una procura, se la sarebbero contesa, ci sarebbe stata l’esplosione delle iniziative giudiziarie”.

La nota di Philip Morris Italia
“Philip Morris non finanzia partiti, fondazioni o movimenti politici in Italia ed agisce nel rispetto della legge. Siamo l’unica azienda ad aver dichiarato pubblicamente di avere l’obiettivo di sostituire completamente le sigarette con prodotti innovativi senza combustione, una trasformazione radicale del settore del tabacco, a beneficio delle persone che fumano e della società in generale.

Questa trasformazione avviene grazie al lavoro che svolgiamo quotidianamente assieme all’ampia filiera italiana del made in Italy impegnata al nostro fianco nella produzione dei prodotti innovativi senza combustione. Appare ormai evidente come questo processo di profonda trasformazione globale del settore del tabacco, che ha al centro l’Italia, vede l’opposizione di chi tecnologicamente è in ritardo e, pertanto, difende le sigarette”.


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