24 Settembre 2023

Governo Draghi, è Bufera nel M5s. “Il quesito ingannevole. Rivotare”. Aria di scissione

Correlati

Il Movimento 5 Stelle è nel caos e si avvia al voto di fiducia al governo Draghi sull’orlo dell’implosione. Dopo la formazione del governo entrano in campo gli ortodossi dei cinquestelle: prima con l’ormai ex Alessandro Di Battista (“ne valeva la pena?”), poi i senatori Nicola Morra e Barbara Lezzi che alla vigilia avevano espresso i loro dubbi se aderire o meno alla “grande ammucchiata” di governo. Il più bersagliato è il riconfermato ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ritenuto il regista, insieme a Beppe Grillo, dell’appoggio al nuovo esecutivo. C’è aria di scissione.

L’obiettivo per i ribelli è far rivotare gli iscritti con un quesito chiaro, non “ingannevole”, al fine votare “No” al nuovo governo. E sotto accusa finisce il quesito su Rousseau: “è un inganno, il super-ministero alla Transizione ecologica citato non esiste”, dicono da più parti. Ma “l’Opa” dei “contras” potrebbe non essere solo parlamentare.

“Vogliono prendersi il Movimento”, accusa un esponente dell’ala governista. Nel pomeriggio, ad un certo punto, i senatori scelgono di autoconvocarsi alle ore 18. Sotto accusa c’è l’intero direttivo a Palazzo Madama, a cominciare dal capogruppo Ettore Licheri.

I “descamisados” vogliono la testa di chi ha condotto le trattative per il nuovo governo. Con un’appendice: l’ex governatore della Bce ha lasciato uno spazio quasi inesistente alle scelte dei partiti per i ministeri. Sul dicastero del Sud finito nelle mani di Mara Carfagna gli ortodossi gridano vendetta.

E anche il fisico Roberto Cingolani, che secondo i vertici del M5S, è stato voluto proprio da Beppe Grillo, finisce sotto accusa. “Non posso accettare di poter avere fiducia in un governo che mi sembra essere “Jurassic Park, con il recupero di mostri che hanno popolato il passato. Il M5S deve tornare ad essere una forza a difesa dei valori per cui è nato. Altrimenti sfiorirà”, è la trincea di Morra. Lezzi, dal canto suo, guida una sorta di class action di decine di attivisti per chiedere, in una mail inviata a Grillo, a Vito Crimi e al Comitato di Garanzia, che si rivoti su Rousseau.

Questa mattina ho inviato, insieme ad alcuni colleghi, una mail al Capo Politico (Vito Crimi), al Comitato di garanzia e al Garante (Beppe Grillo).

Barbara Lezzi in trincea
Il malcontento si allarga, i dubbi sul governo Draghi crescono. “Al Senato ne perdiamo la metà”, è la fosca previsione di un deputato. E, a testimonianza del clima, la congiunta che era stata ipotizzata per la serata non si tiene. Si riuniranno solo i membri della Camera. “I senatori non hanno voluto”, spiega una fonte parlamentare del Movimento citata dall’Ansa.

Ma anche a Montecitorio il malumore è tangibile. Giuseppe D’Ambrosio, deputato alla seconda legislatura, annuncia di lasciare il Movimento: “io non dimentico chi sono”, è il suo messaggio d’addio. Anche un esponente vicino a Roberto Fico come Giuseppe Brescia, non nasconde i suoi dubbi sul nuovo esecutivo. Senza contare i “dibattistiani” alla Camera, da Alvise Maniero a Pino Cabras, con un piede già fuori dal gruppo. I vertici, per ora, tengono il punto. E, soprattutto, tiene il punto Beppe Grillo che avverte i ribelli: “Si deve scegliere. O di qua, o di là”.


Ai Lettori

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo ai nostri lettori un contributo libero che può permetterci di continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta


SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE

Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM (canale 1) e TELEGRAM (canale 2) e su TWITTER SPN nonché su TWITTER (Dino Granata)

Potrebbero interessarti

Mons. Viganò, il Pastore di Cristo contro i tiranni

Altre news

Ucraina, la Polonia si sfila: “Niente più armi a Kiev”. Generale Ue: “Colpo duro alla NATO”

L'annuncio di Varsavia di interrompere la fornitura di armi a Kiev, avvenuto dopo che tra i due paesi era scoppiata una disputa sul grano, è stato un duro colpo per l'unità dell'Alleanza del Nord Atlantico, ha detto il generale francese ed ex capo del quartier generale militare dell'UE Jean-Paul Perruch in un'intervista. Secondo l'ufficiale, il comportamento delle autorità polacche ha dimostrato a Mosca che ci sono ancora gravi differenze tra i due vicini, che in teoria dovrebbero avere una forte alleanza.

DALLA CALABRIA

Incendio lambisce una casa, anziano salvato dai carabinieri

È un caldo giovedì pomeriggio di settembre, quando a chiamare aiuto al 112 è una donna molto allarmata: “Sto...

I misteri del Covid, dei Vaccini e delle Morti improvvise

Popolari sul Covid

Secondo Piano News non riceve finanziamenti pubblici come i grandi e piccoli media mainstream sovvenzionati a pioggia dallo Stato. Pertanto chiediamo gentilmente ai nostri lettori un contributo che può permetterci di sopravvivere e continuare a offrire una informazione vera, libera e corretta. Grazie!


SOSTIENI L'INFORMAZIONE INDIPENDENTE

Per ricevere gli aggiornamenti lascia un like sulla nuova pagina Fb. Iscriviti anche al Gruppo "Un Unico Copione Un'Unica Regia". Seguici pure su TELEGRAM (canale 1) e TELEGRAM (canale 2) e su TWITTER SPN nonché su TWITTER (Dino Granata)