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Jacques Attali 11 anni fa: “Una pandemia consentirà l’istituzione di un governo mondiale”

Lo scriveva nel 2009 l'economista e banchiere. "Per la prossima crisi pandemica dovremo creare una forza di polizia globale e un sistema fiscale globale. Verremo allora così a porre le basi di un vero governo mondiale"

Jacques Attali

I misteri del Covid non finiscono mai, così come, del resto, le incredibili coincidenze su quella che molti osservatori definiscono una pandemia programmata da anni dalle oligarchie globaliste per instaurare un nuovo ordine mondiale e un nuovo modello sociale, in cui i ricchi diventeranno sempre più ricchi e i poveri saranno sempre più poveri, oltreché sudditi e con libertà fortemente limitate.

Nella sua rubrica alla rivista francese “L’Express” pubblicata il 5 Marzo 2009, Jacques Attali, consigliere di François Mitterrand rivelò alcuni obiettivi che si poneva il mondo oligarchico globale. In breve: là dove il crack finanziario è fallito finora (quello del 2008), “una buona piccola pandemia potrebbe costringere i nostri dirigenti ad accettare la realizzazione di un governo mondiale!”, ha scritto undici anni fa. Ecco il testo integrale.

La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura: allora essa inizialmente sviluppa meccanismi di difesa; a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi); a volte inutili (della distrazione); a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica.”

Per Attali, “La pandemia (si riferiva allora alla suina, ndr) che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti”, poiché essa farà emergere, “meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico, la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato.”

“E, anche se, come bisogna ovviamente sperare, questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima e inevitabile crisi (pandemia) si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un’equa distribuzione di farmaci e di vaccini.  A tal fine, dovremo creare una forza di polizia globale, un deposito di risorse globale e quindi un sistema fiscale globale. Verremo allora, molto più velocemente di quanto la sola ragione economica avrebbe consentito, a porre le basi di un vero governo mondiale. È anche vicino all’ospedale che iniziò in Francia nel XVII secolo con la creazione di uno stato reale. Nel frattempo, potremmo almeno sperare nell’attuazione di una vera politica europea in materia.  Ma anche qui,  come su tanti altri argomenti, Bruxelles tace”, concluse undici anni fa Jacques Attali.

Chi è Jacques Attali

Nato ad Algeri nel 1943, Jacques Attali è un economista, saggista e banchiere francese, è scritto sulla sua pagina Wiki.

Figlio di un agiato commerciante di religione ebraica, Attali ha vissuto ad Algeri fino al trasferimento della sua famiglia a Parigi nel 1956.

Dopo gli studi, nel 1968, svolge il suo stage dell’École nationale d’administration nel dipartimento della Nièvre, all’epoca presieduto da François Mitterrand. Ma la collaborazione con il futuro presidente della Repubblica incomincerà nel 1973, in prossimità delle elezioni presidenziali del 1974, e si farà più intensa nel 1981. Il compito principale di Attali è di formare Mitterrand sulle materie economiche, che rappresentano il suo punto debole di fronte all’avversario Valéry Giscard d’Estaing […].

[…] Incomincia l’intensa attività pubblicistica (con uno dei suoi primi libri otterrà un premio dell’Accademia delle Scienze), che al 2008 annovera una cinquantina di opere di argomento diverso, compresi dei libri per l’infanzia. È professore di economia all’università di Parigi-Dauphine, all’École polytechnique e all’École des Ponts et Chaussées […]

“Eminenza grigia” di Mitterrand
Una volta eletto presidente della Repubblica, il 10 maggio 1981 Mitterrand nomina Attali suo “consigliere speciale”. Oltre a seguire in prima persona l’attività del presidente della Repubblica, prendendo meticolosamente nota degli eventi, il suo compito principale consiste nella preparazione dei vertici internazionali. Il resoconto di dieci anni di collaborazione è contenuto nei Verbatim pubblicati a partire dal 1994, vero e proprio diario giorno per giorno dell’Eliseo.

Banchiere internazionale
Resta all’Eliseo fino al 1991, quando è nominato presidente della londinese Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, l’istituzione finanziaria istituita su iniziativa dello stesso Attali dai governi occidentali per accompagnare i paesi dell’Europa centrale e dell’ex Unione Sovietica nella transizione verso un sistema economico di libero mercato. Resta in carica fino al 1994. Nel 1994 ha creato lo studio Attali & Associés (A&A), destinato a fornire consulenze in materia di strategia, ingegneria finanziaria e fusione-acquisizione di grossi gruppi economici. Nel 1998 Attali ha fondato l’associazione no profit ‘PlaNet Finance’ presente in 60 paesi che finanzia, consiglia e forma 10.000 società di microfinanza.

La commissione Attali
È presidente della “Commissione per la liberazione della crescita” nominata dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy il 30 giugno 2007. Nello steso anno, ottiene la nomina a relatore della commissione per il futuro presidente Emmanuel Macron, del quale Attali è ritenuto essere il primo “scopritore” politico. È probabile che il nome di Attali sia stato suggerito a Sarkozy dal suo ex compagno di corso all’Ena Philippe Séguin, destinato in un primo momento a tale incarico.
La commissione è composta da 42 membri fra loro eterogenei per formazione, esperienza professionale e convinzioni politiche. Fra di essi vi sono economisti, analisti, storici, demografi, politici, imprenditori, dirigenti pubblici, giornalisti, ma anche scrittori e medici. Fra i componenti anche membri stranieri, tra cui gli italiani Franco Bassanini e Mario Monti. La commissione ha concluso i suoi lavori il 23 gennaio 2008 con la presentazione di un Rapporto finale comprendente 316 proposte formulate consensualmente dai componenti il collegio.

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