Il presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, Antonio Catania, si è dimesso dall’incarico dopo che venerdì scorso è stato condannato dal Tribunale collegiale a 2 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose.
Secondo l’accusa della Dda di Catanzaro – che ha retto al vaglio del Tribunale di Vibo Valentia – Antonio Catania avrebbe evocato il possibile intervento di soggetti legati alla criminalità organizzata locale, “sfruttando la vicinanza – è scritto nel capo d’imputazione – di alcuni componenti della famiglia Catania alla cosca Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia”, per porre in essere la minaccia di gravi ritorsioni in occasione della partecipazione di due coniugi all’asta giudiziaria nella procedura di vendita all’incanto di un immobile già appartenuto ai genitori di Catania.
Antonio Catania era stato eletto alla guida della Camera di Commercio vibonese nel maggio scorso prendendo il posto di Michele Lico, anche lui dimissionario poiché indagato dalla Dda di Reggio Calabria per intestazione fittizia di bei al fine di eludere un’interdittiva antimafia.
Antonio Catania è anche membro della Commissione territoriale per l’immigrazione nell’ufficio territoriale di Governo (Prefettura) e membro della commissione di conciliazione dell’ufficio del Lavoro di Vibo.