La lettera anonima firmata da un collega di Maurizio Abate, ritenuto l’assassino della ragazza. Scrive l’agente: “Sono un poliziotto onesto della Stradale, per troppo tempo costretto al silenzio dalla paura e per troppo tempo afflitto dal senso d’impotenza e dal rimorso. Voglio però liberarmi dal peso di non aver contribuito a fare luce su un episodio gravissimo…”
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