Gli inquirenti della Dda di Catanzaro e i carabinieri del Ros, che con l’ operazione Stige hanno smantellato stamane il clan cirotano Farao-Marincola in Italia e in Germania, hanno documentato il controllo e l’ingerenza mafiosa del clan, grazie alla collusione di appartenenti alle amministrazioni pubbliche locali, anche nel settore dell’accoglienza dei migranti, dove è stata scoperta la riconducibilità alla cosca di una struttura immobiliare, adibita a centro di accoglienza profughi, gestita da una serie di cooperative compiacenti, i cui rappresentanti fungevano da collegamento con gli enti pubblici per ottenere finanziamenti e autorizzazioni.
In tal senso, il sodalizio otteneva sostanzialmente in esclusiva per le proprie ditte, la fornitura di beni e servizi ai migranti, accrescendo ulteriormente i propri introiti – destinati alla cosiddetta “bacinella” – grazie anche al sistematico ricorso a fatturazioni gonfiate.
La cosca aveva interessi anche nel taglio e raccolta del legname nelle aree boschive. Attraverso imprese mafiose collegate e una serie di violenze e minacce nei confronti degli imprenditori concorrenti, l’organizzazione riusciva a pilotare le aste pubbliche per l’assegnazione di lotti di terreno boschivo.
Infine, sono state accertate ulteriori attività illecite riguardanti sia l’operatività di una serie di imprese-cartiere controllate o riconducili alla cosca, deputate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzate a frodare l’iva e ripulire denaro di illecita provenienza, sia relative a un traffico transnazionale di autoveicoli di grossa cilindrata.