Polizia di Stato e carabinieri hanno sgominato a Cosenza, nel corso di un’operazione congiunta tra Polizia e Arma dei Carabinieri coordinata dalla Procura della Repubblica, una banda dedita da tempo a furti in uffici pubblici e privati, arrestando sette persone.
Gli arresti sono stati fatti all’alba di giovedì in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, sei in carcere ed una ai domiciliari, emesse dal Gip di Cosenza Giuseppe Greco su richiesta della Procura guidata da Mario Spagnuolo.
La banda sgominata è accusata di aver compiuto furti negli ultimi mesi, tra l’altro, nell’Ufficio anagrafe del Comune, in alcune scuole, nelle sedi della Cgil e dell’Azienda sanitaria provinciale, abitazioni private ed esercizi commerciali ed in uno dei teatri cittadini, il “Morelli”. Fulmineo, è stato un borseggio in un locale dove erano sedute due persone al tavolino. All’improvviso, con scatto felino, un ladro prende la borsa e scappa a gambe levate.
Nelle scuole e negli uffici pubblici sono stati rubati, in particolare, computer ed altro materiale informatico, anche di “valore” per via del contenuto riservato ai dipendenti pubblici o privati. In una immagine video si vedono due raid furtivi a danno di una struttura pubblica. In tre poi usciranno con la merce, ignari dell’occhio elettronico che li immortalava in diretta.
Nell’ambito dell’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni, nel centro storico in particolare che hanno portato al sequestro di materiale ritenuto utile per il prosieguo dell’attività investigativa. Tra queste una pistola con caricatore, un coltello e una tronchese utilizzata in genere per tagliare catene e lucchetti.
Nelle maglie dell’ operazione Predator finiscono in carcere Mirko Capizzano, 23 anni; Francesco Pace, (35); Francesco Spina, (27); Luca Cristiano, (37); Mario Sacco, (55); Diego Spina, (21). Agli arresti domiciliari è stato posto Marco Mauro, di 33 anni.
Video degli arresti nell’ Operazione Predator
Dalle indagini è emerso un collaudato sistema di furti in negozi, uffici e istituti scolastici da cui i presunti autori avrebbero depredato di tutto: da computer, tablet, stampanti e altri dispositivi tech facili da piazzare sul “mercato” per ricavare in cambio denaro. La banda di presunti ladri è stata incastrata dalle immagini dei circuiti di videosorveglianza presenti nei luoghi delle azioni criminose.