E’ stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Salerno, competente per i reati che riguardano i procedimenti sui magistrati del distretto di Catanzaro, l’ex procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, accusato di falso e abuso d’ufficio. Lo ha stabilito il gup di Salerno, che ha adottato lo stesso provvedimento, per tutti i capi d’imputazione loro contestati, anche nei confronti del maresciallo Carmine Greco, già comandante della Stazione Cc-forestale di Cava di Melis (frazione di Longobucco, Cosenza); dell’agente della Polstrada di Cosenza Vito Tignanelli, ritenuto gestore di fatto della società di intercettazione Stm; della moglie di Tignanelli, Marisa Aquino, titolare della Stm; di Alessandro Nota, carabiniere in servizio a Cava di Melis, e della stessa società Stm. Il processo avrà inizio il prossimo 19 gennaio.
Il collegio difensivo che assiste gli imputati è composto dagli avvocati Franco Sammarco, Antonio Zecca, Pasquale Vaccaro, Antonio Quintieri e Cesare Badolato. Tutti e cinque gli imputati si dicono estranei ai fatti contestati dalla procura di Salerno.
Dall’indagine “Stige” erano emersi fatti di rilevanza penale che avevano indotto la Dda di Catanzaro a inviare le risultanze alla competente Procura di Salerno. Diverse le ipotesi di reato a carico delle persone per le quali è stato chiesto il processo: il rilascio alla società di intercettazione Stm srl delle giustificazioni per le infrazioni al codice della strada; l’affidamento alla stessa società del servizio di intercettazione presso la Procura della Repubblica di Castrovillari; l’accusa di corruzione per avere conseguito quale vantaggio personale, per Facciolla, l’uso di un’utenza telefonica e la installazione di un sistema di videosorveglianza davanti alla propria abitazione; l’affidamento a terzi, con abuso della qualità, di atti processuali e dati giudiziari sensibili.
Contestato anche il reato di falso materiale ed ideologico per avere predisposto una annotazione di polizia giudiziaria concordata con il maresciallo Carmine Greco, nonché la consequenziale condotta di “interferenza” tenuta nei confronti dei magistrati della Dda di Catanzaro titolari dell’indagine “Stige”.
Nel novembre 2019, la Sezione disciplinare del Csm aveva disposto il trasferimento a Potenza del procuratore capo di Castrovillari, con destinazione al settore civile. La motivazione era basata sulla presunta violazione dei doveri di imparzialità, correttezza e riserbo.
Intanto, nei giorni scorsi, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso dell’ex procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, disponendo il rinvio alla Sezione Disciplinare in diversa composizione per la rivalutazione del quadro indiziario cautelare concernente l’addebito mosso al magistrato.
Chi è Eugenio Facciolla
Impegnato da sempre contro il crimine organizzato, Eugenio Facciolla prima di essere trasferito a Potenza come giudice civile, è stato pubblico ministero a Cosenza, Palmi, Catanzaro, Paola e infine promosso dal Csm procuratore capo a Castrovillari. Da quella postazione aveva coordinato importanti inchieste nel comprensorio del Pollino, nonché riaperto le indagini sul cold case dell’omicidio di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza calcio ammazzato nel 1989 e fatto trovare cadavere sotto un camion sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico. Una inchiesta che stava per concludersi con sviluppi clamorosi (indagati per omicidio l’ex fidanzata e il marito poliziotto di lei), ma che da circa un anno, cioè da quando il procuratore è stato trasferito, non se ne parla più.