Blitz della Polizia di Stato di Crotone contro lo spaccio di sostanze stupefacenti. Sei gli arresti e sedici le persone denunciate, sottoposte all’obbligo di firma presso la Questura pitagorica. L’indagine della Squadra mobile, durata diversi mesi, ha documentato l’impiego di minori nell’attività di spaccio.
Utilizzata anche la figlia tredicenne di uno degli arrestati per il confezionamento e la vendita della “cocaina”. I dettagli dell’operazione, denominata in codice “Sommelier”, sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in mattinata presso gli Uffici della Questura.
I sei arrestati, tutti con precedenti, avevano messo in piedi un vero e proprio “supermercato della droga” concentrato nella città di Crotone e nei paesi vicini che coinvolgeva, a vario titolo, numerose persone.
Il blitz, scattato nella notte, ha interessato in particolare il quartiere di via Acquabona di Crotone noto per essere un luogo in cui, praticamente a cielo aperto, viene effettuata con cadenza pressoché quotidiana e per l’intero giorno, la vendita e l’acquisto di droga, in particolare cocaina.
Gli investigatori della Squadra Mobile, nel corso di un’indagine coordinata dalla Procura di Crotone, hanno monitorato per diversi mesi i protagonisti di quest’attività effettuando diversi sequestri a conferma delle numerosissime intercettazioni nelle quali si commissionava la preparazione della droga che poi veniva ritirata presso le abitazioni degli arrestati i quali, non esitavano, a far ricorso anche a minori per garantirsi l’efficienza dello spaccio.
Addirittura i poliziotti hanno anche documentato come, in diverse occasioni, anche la figlia tredicenne di uno degli arrestati venisse impiegata nella preparazione e nella cessione della cocaina: la ragazzina era talmente addentrata al contesto criminale in cui viveva da comprendere esattamente il significato delle richieste del padre nonostante questi, per timore di essere intercettato, impiegasse un linguaggio criptico. Infatti la droga veniva chiamata in diversi modi tra i quali “vino”, “bottiglie” “birra” e, nel caso delle richieste fatte dal padre alla figlia minorenne, anche “carabinieri”.
All’operazione, oltre agli uomini della Squadra Mobile hanno preso parte i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza e un equipaggio dell’unità cinofile di Vibo Valentia. Oltre ai sei arrestati, la polizia ha denunciato altre sedici persone accusate di concorso nello spaccio a cui è stata applicata la misura dell’obbligo della presentazione, per firmare, alla polizia giudiziaria.