Quando il cuore è grande. Quello della Polizia, per intenderci, che presidia e vigila ogni istante sulle nostre vite e la nostra sicurezza.
La scorsa notte a Cosenza, agenti del reparto Volanti e Prevenzione crimine della Questura di Cosenza, si trovano davanti a una scena capace di toccare i cuori anche dei più perfidi. Una donna coi suoi tre bambini di 3, 2 anni e un neonato di 4 mesi, si era sistemata sotto un freddo e squallido porticato per passarci la notte.
Qualche cartone adagiato sul marmo gelido e poi un telo azzurro per ripararsi dalle temperature rigide di questi giorni.
Gli agenti, che avevano ricevuto segnalazione, si sono subito recati in via Pasubio, nei pressi dell’Asp e lì hanno trovato mamma e bimbi che dormivano all’addiaccio. I poliziotti hanno subito iniziato a prendersi cura dei figli e della donna, cercando di dare loro conforto e al tempo stesso cercando di trovare una sistemazione migliore, ossia un tetto e pasti caldi. Hanno contattato associazioni e case famiglie, ma purtroppo senza esito. Strutture che pullulano in città, ma quando servono non le trovi mai. Un po’ come l’ombrello quando piove…
Dopo il niet di questi, agli agenti non è rimasto altro che accompagnarli in un Albergo della città dove madre e figli sono stati sistemati al caldo. A pagare il conto sono stati i poliziotti diretti dal Questore Luigi Liguori, mettendo mani al loro portafogli per dare conforto, seppure temporaneo, a una giovane madre e ai suoi tre bimbi.
Prima di andare in hotel la madre, una 30enne rumena, ha raccontato in lacrime agli agenti cosentini che il marito nonché padre dei tre bambini li aveva abbandonati in Romania. Lei, in preda alla disperazione, è tornata in Italia per andare da parenti, ma questi l’hanno allontanata da casa dopo neanche una settimana perché non erano in grado di provvedere al mantenimento. Non conoscendo nessun altro, spaesata e senza soldi, la donna è stata costretta ad andare a dormire sotto i ponti con i tre infanti.
Un plauso alla Polizia, che alla cattiveria umana ha risposto mostrando il cuore e il volto gentile di chi indossa una divisa che spesso viene derisa da molti. Una straordinaria lezione di umanità che andrebbe premiata. Ora la parola passa però alle istituzioni competenti, Prefettura in primis, le quali devono trovare una sistemazione migliore e definitiva per la famiglia.