Bufera su palazzo dei Bruzi per gli appalti spezzatino: “Affidati sempre agli stessi soggetti in assenza di criteri di trasparenza e rotazione”. Per eludere la norma sugli appalti che prevede gare per somme superiori a 40 mila euro, gli incarichi per lavori venivano “spezzettati” col pretesto della somma urgenza. Nel mirino le luminarie di Natale
COSENZA – Ci sono gli appalti “spezzatino” del comune di Cosenza in una delle due distinte inchieste della Procura della Repubblica culminate stamani con l’esecuzione di misure cautelari di interdizione da parte della Guardia di Finanza cosentina. 14 gli indagati in tutto.
L’inchiesta sulle gare spezzettate era partita dopo un esposto del senatore del M5S Nicola Morra che aveva avuto vasta eco sui media. Seguirono denunce politiche in particolare quella di Carlo Guccione, coordinatore della “Grande Cosenza” in consiglio comunale.
Guccione aveva denunciato anomalie sulla determina numero 2328/2016 con cui l’amministrazione aveva affidato il servizio di “Fornitura e installazione luminarie cittadine-piazza Bilotti” alla ditta Med Labor di Antonio Scarpelli. Leggi
A novembre dello scorso anno la Finanza su mandato della procura di Cosenza aveva acquisito documenti a palazzo dei Bruzi per far luce sugli incarichi sotto soglia affidati a pochi soggetti dall’amministrazione guidata dal sindaco Mario Occhiuto.
Nello specifico le Fiamme gialle cosentine hanno eseguito tre misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di dirigenti e funzionari del comune di Cosenza ed una misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriale per un appaltatore cosentino.
Si tratta di Arturo Mario Bartucci, responsabile Ambiente e Ciclo dei rifiuti del comune di Cosenza (interdetto per 6 mesi); Carlo Pecoraro, responsabile del Settore Ambiente e Edilizia Privata (tre mesi), e Francesco Cuconato, responsabile dell’ Ufficio Piano Sociale (tre mesi). L’imprenditore coinvolto è il cosentino Francesco Amendola (divieto di esercitare l’attività imprenditoriale per sei mesi).
Gli altri indagati sono Antonio Amato; Antonio Scarpelli; Vincenzo Rubino; Ferruccio Stumpo; Francesca Filice; Michele Fernandez; Renato Cerzosimo; Pasquale Perri; Ivan Mandarino e Pietro Mazzuca.
I reati a vario titolo contestati ai diversi indagati vanno dalla corruzione per atto d’ufficio all’abuso d’ufficio. L’attività di indagine si è concentrata principalmente sui lavori affidati con il sistema del cottimo fiduciario dal Comune di Cosenza ad un numero ristretto di imprese, senza il rispetto dei principi di rotazione e di trasparenza, in violazione delle norme contenute nel Codice degli appalti.
L’analisi delle circa cinquemila determine dirigenziali del Comune di Cosenza prese in considerazione hanno evidenziato anomalie nell’utilizzo della procedura di affidamento dei lavori in economia, nella non osservanza del principio di rotazione, trasparenza e parità di trattamento, nonchè nell’affidamento dei lavori, molto spesso al di sotto dei 40.000 euro, ad un numero ristretto di operatori economici, anche in violazione del divieto di frazionamento previsto dalla normativa.
Le indagini avrebbero altresì dimostrato come il mancato rispetto della normativa vigente in tema di affidamento dei lavori sia collegata all’ottenimento di altre utilità, per sè o per i propri familiari, da parte di alcuni dipendenti e dirigenti del comune di Cosenza. L’importo complessivo contestato, in riferimento ai lavori affidati da parte del Comune di Cosenza, nelle annualità dal 2012 al 2015, è pari ad 2.150.595 euro (Iva esclusa).
Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno consentito alla Procura della Repubblica di richiedere ed ottenere il provvedimento notificato oggi agli indagati.
Secondo l’accusa alcuni dirigenti indagati avrebbero favorito amici imprenditori in modo arbitrario facendo si che arrivati alla soglia in cui sarebbe stato d’obbligo indire una gara pubblica (40 mila euro), avrebbero utilizzato il cosiddetto sistema degli appalti spezzatino, col pretesto della somma urgenza.
La seconda inchiesta: Sequestri per frode fiscale milionaria Leggi tutto.
Contemporaneamente i militari della Compagnia di Cosenza, stanno eseguendo un Decreto di sequestro per equivalente emesso dal Gip presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura di Cosenza, per quasi 3 milioni di euro nei confronti di quattro società ritenute responsabili di aver realizzato una frode fiscale milionaria attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Leggi