Arrestato un uomo di Montalto Uffugo per tentato omicidio

Carlomagno

Stefano Iero arrestato dai Carabinieri a Montalto

I Carabinieri della stazione di Montalto Uffugo (Cosenza) hanno arrestato un uomo di 47 anni, Stefano Iero, per un tentato omicidio commesso, in concorso con il padre Luigi, a Castrovillari, il 26 ottobre del 2006.

L’ordinanza di custodia carceraria è stata emessa martedì dalla procura di Castrovillari ed eseguita oggi dai carabinieri. L’uomo dovrà scontare 9 anni e 10 mesi e mezzo di carcere. La vittima del tentato omicidio era un pregiudicato nato nel 1951.

Nove anni fa, padre e figlio per questioni di confini, con la propria Ford Escort, in via Falconara sbarravano la strada alla vittima che viaggiava sulla propria Fiat Punto. Scesi dalla vettura, i due Iero, per strada, massacrarono di botte la vittima, sferrandogli contro calci e pugni.

Il destinatario della violenza si accasciò a terra, ma i due aggressori avrebbero tentato di soffocarlo con una cintura dei pantaloni proprio nel tentativo di ucciderlo. L’uomo si salvò grazie all’intervento di alcuni passanti. Luigi e Stefano Iero sono poi fuggiti.

La vittima, per le ferite gravissime, venne ricoverata in prognosi riservata presso l’ospedale di Castrovillari. Oggi l’epilogo con l’ordinanza di espiazione della pena in carcere per Stefano Iero, arrestato a Montalto, dove risiede.

[divide icon=”circle” margin_top=”10″ margin_bottom=”10″ color=”#d40800″]

Sulla vicenda replica la dottoressa Bianca Iero

“In riferimento all’articolo pubblicato sul giornale da lei diretto, la scrivente desidera in nome e per conto della famiglia Iero, investita suo malgrado dalle drammatiche vicende processuali che hanno visto il coinvolgimento del proprio congiunto Stefano, poter replicare sul profilo dello stesso portato alle cronache giudiziali, profilo che non corrisponde all’effettiva indole e carattere della persona, che oggi subisce la gravosa ed eccessiva pena.

E’ ormai noto come il processo penale metta in evidenza una verità processuale che non sempre combacia con la verità dei fatti realmente accaduti: il 26 ottobre 2006 mancò agli Iero la lucidità istintiva e fredda di portarsi anche loro al Pronto Soccorso per la refertazione delle ferite traumatiche, sanguinanti e dolorose dovute al verificarsi della colluttazione, poiché gli stessi vennero sopraffatti da un evidente stato di shock emotivo per il non essere mai stati avvezzi ad atti delinquenziali e violenti.

Sentenza scandalosa emessa dall’Onorevole Corte di Cassazione in data 17 novembre 2015, che segue l’originario disegno ad hoc di chi voleva vedere in queste condizioni un onesto giovane, dato in pasto prima alla magistratura e adesso alla stampa…..

Egli non ha mai attentato alla vita di nessuno e lo dimostrano le perizie con documentazione fascicolare già presente nel faldone processuale.
Questa che viene riportata dalla sentenza è una verità diversa dalla verità dei fatti. Furono gli Iero ad essere fermati dal vicino; il quale era da più tempo in preda a crisi di astio soprattutto quella sera, e lo dimostrano le dinamiche delle posizioni delle auto.

Ma sono tanti i punti a favore degli Iero che partendo dalla Procura di Castrovillari e finendo all’ultimo grado di giudizio, l’investimento del lavoro dei magistrati ha voluto superare. [L’uomo con cui è avvenuta la lite] non è stato mai in pericolo di vita, come hanno ricostruito le fasi processuali e nemmeno da come riportato dagli inquirenti sarebbe stato soffocato, poiché non vi è stato nessun scampato pericolo di morte dovuto all’intervento esterno di alcune persone di passaggio tanto meno dagli indagati, giacché la ricostruzione dei fatti dati dalla ‘vittima’ nella fattispecie, fu chiara e limpida: da persona vigile e cosciente, sicuramente non sarebbe stato così se ci fossero stati sintomi biologici di strangolamento. Queste affermazioni possono essere confutate dalle prognosi dei medici del Pronto Soccorso, per chi ha studiato la vicenda dall’inizio.

Pare evidente alla luce delle troppe accuse e dei risultati giudiziari solo ed esclusivamente pendenti a favore di parte offesa,  che ci si trova davanti al dubbio e al sospetto di un intento di servirsi e strumentalizzare la giustizia per ottenere soddisfazione di vendetta. 

Iero Stefano non è un delinquente, né tantomeno un pregiudicato Mai noto alle forze dell’ordine, ma una vittima di un oscuro sistema. 

La scrivente ringrazia tutte le persone che in questi anni hanno dimostrato alla famiglia Iero solidarietà, vicinanza e comprensione. Persone sensibili ed empatiche che ancora oggi nutrono, la non trascurabile stima per Stefano e la certezza di considerarlo sempre e comunque nell’amore e nel rispetto che provano per lui, come un giovane educato, rispettoso, lavoratore emerito, affezionato figlio, marito, padre, zio, e fratello, il quale confida nella propria forza intellettuale e nella sua buona e pulita coscienza, di rispondere coraggiosamente e umilmente a questa struggente prova di vita.

Ciò lo si scrive con preghiera di pubblicazione, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/48″.

D.ssa Bianca Iero 

[pagina modificata il 2 dicembre 2015]