Avrebbe costretto i suoi dipendenti ad accettare condizioni di lavoro per 8 o 10 ore al giorno a fronte di un contratto part-time che prevedeva paghe per quattro o cinque ore giornaliere.
Un piccolo imprenditore di Lamezia Terme è stato denunciato per estorsione dal Gruppo della Guardia di finanza lametina. All’uomo, che gestisce un ristorante-tavola calda, è stata notificata un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia, con misure personali e patrimoniali, che prevede il divieto temporaneo di esercitare ogni attività imprenditoriale e direttiva.
Il ristoratore, secondo quanto accertato dai finanzieri del Nucleo mobile coordinati dal pm Luigi Maffia, per oltre un anno avrebbe costretto undici dipendenti, a subire condizioni di lavoro capestro. A denunciare il datore di lavoro è stato un lavoratore che dopo essersi lamentato era stato licenziato. Sequestrata una somma, oltre 56 mila euro, ritenuta indebitamente lucrata.
Il caso del ristoratore lametino non è purtroppo l’unico in Calabria né in Italia. Una pratica abbastanza diffusa ma che nessuno denuncia nella selva di un mercato del lavoro sempre più distorto. Basti immaginare le migliaia di lavoratori che firmano buste paghe da part-time e lavorano per l’intera giornata, oppure il sistema dei voucher che, ideati per il lavoro occasionale al fine di ridurre il lavoro nero, sono stati impiegati per mascherare assunzioni vere e proprie.