I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno arrestato e posto ai domiciliari una persona, indagata per più ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale, in quanto amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita. Si tratta di Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato del foro di Catanzaro, condannato proprio lunedì scorso, in primo grado, a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Rinascita Scott.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il
Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica per fatti risalenti agli anni 2021 e 2022. Il giudice ha disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, sito nel comune di Stalettì (Catanzaro), e di denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale presunto profitto del reato ipotizzato dai magistrati catanzaresi.
Secondo l’ipotesi di reato formulata, allo stato ritenuta dal gip assistita da gravità indiziaria, e che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, l’indagato, in concorso con altri, avrebbe distratto l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto, ossia il predetto terreno, che, contestualmente all’avvio della liquidazione, veniva ceduto ad altra società appositamente costituita, anch’essa riconducibile all’indagato, nonché il corrispettivo della cessione del predetto bene.
Sono stati ritenuti, altresì, sussistenti gravi indizi in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800.000 euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria,
di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.
Oltre a Pittelli, nell’inchiesta sono indagate altre sette persone. A carico di uno di questi è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77.000 euro in relazione all’ipotesi di reato di indebita compensazione di debito Iva, in quanto il debito Iva in capo alla società fallita sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita.