‘Ndrangheta, catturato a Napoli il killer evaso Massimiliano Sestito

L'uomo è stato preso alla Stazione Circumvesuviana di Sant'Anastasia, nel Napoletano, mentre attendeva un taxi. Fondamentali le intercettazioni. Addosso soldi e telefonini gsm. Sestito, ritenuto esponente della cosca catanzarese Iezzo Chiefari Procopio, era stato condannato all'ergastolo per due omicidi, il carabiniere Renato Lio e il boss Vincenzo Femia

Carlomagno

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Nel riquadro Massimiliano Sestito

E’ durata 5 giorni la fuga di Massimiliano Sestito, 52 anni, il killer della ‘ndrangheta già condannato per l’omicidio del carabiniere Raffaele Lio e per quello del boss Vincenzo Femia. Era evaso dai domiciliari a Pero, nel Milanese, lo scorso 30 gennaio ed era attivamente ricercato in tutto il paese.

I carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli, hanno catturato Sestito nel napoletano, alla Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia in provincia di Napoli. Non era armato al momento dell’intervento dei militari.

Era da solo davanti alla stazione della Circumvesuviana e aspettava un taxi. In suo possesso un documento di identità del fratello, con il quale esiste una notevole somiglianza. Addosso gli sono stati trovati, fra l’altro, anche denaro contante, figurine di santi e due telefonini gsm di vecchia produzione, evidentemente perché pensava non fossero intercettabili. Si sbagliava.

Sono in corso indagini per accertare da dove provenisse e dove intendesse dirigersi.
Per catturare Massimiliano Sestito sono state appunto fondamentali le intercettazioni telefoniche, spiegano i carabinieri.

Il grande e immediato impegno dei militari è stato “anche dovuto alla volontà di onorare l’appuntato dei carabinieri Renato Lio ucciso nel 1991”. Per arrivare a Sestito sono stati utilizzate anche il monitoraggio del web e le indagini sulle relazione dell’assassino che si ritiene avesse “coperture” dove è stato arrestato. Alla ricerca dell’evaso hanno preso parte, fra l’altro, i Nuclei investigativi dell’Arma di Milano e di Napoli, la Compagnia di Rho (Milano) e il Reparto operativo partenopeo.

I carabinieri – è stato aggiunto – hanno lavorato giorno e notte dispiegando tutti i mezzi necessari e utilizzando un numero imponente di militari. L’obiettivo è stato quello di agire nella maniera più tempestiva possibile per impedire a Sestito di diventare irreperibile.

L’uomo, ritenuto affiliato alle cosche del Catanzarese, aveva già scontato una condanna per l’omicidio di Renato Lio avvenuto nel 1991 e attendeva la pronuncia del ricorso in cassazione per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, avvenuto nel 2013.

Sestito era già evaso nell’agosto del 2013, mentre si trovava in regime di semilibertà concessa dal carcere romano di Rebibbia, ed era stato poi riarrestato mentre si trovava in vacanza al mare nel Salernitano.

L’uomo è ritenuto un esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio, anche se dopo l’omicidio dell’appuntato dei Carabinieri era stato redarguito per quell’assassinio, avvenuto a un posto di blocco a Soverato il 20 agosto 1991, che avrebbe portato troppo scompiglio nel territorio.

Sestito sparò tre colpi a bruciapelo all’appuntato, mentre il collega controllava i documenti si apprestava a perquisire l’auto sulla quale si trovava in compagnia di altri, giudicati poi estranei al fatto.

Latitante per circa un anno, Massimiliano Sestito, era poi stato arrestato e condannato all’ergastolo in primo grado nel 1993, pena poi ridotta a trent’anni, lo stesso anno, in Appello. Il boss Vincenzo Femia, di 76 anni, calabrese della cosca di San Luca, residente a Roma dove veniva considerato un esponente di spicco della malavita, venne invece ucciso in auto, con nove colpi nella capitale.

Un omicidio che si ritenne maturato in uno scontro tra ‘ndrine, con un conflitto per l’egemonia sul traffico di cocaina che per la prima volta si era spostato dalla Calabria a Roma. Era il 24 gennaio 2013. Per quel delitto Sestito è ritenuto uno dei componenti del commando che in via della Castelluccia di San Paolo, nella capitale, venne ucciso Femia.

Nel 2021, per l’omicidio Femia, Massimiliano Sestito è stato condannato all’ergastolo nel processo di Appello ter, dopo due rinvii della Cassazione.